“Le evidenze raccolte non consentono l’applicazione della misura dello scioglimento dell’Organo consiliare dell’Ente Locale”. Queste le conclusioni della relazione di Gabrielli, che rileva come gli elementi raccolti sulle infiltrazioni mafiose hanno i “caratteri di rilevanza e concretezza ma non di univocità”. Nella relazione, Gabrielli ricorda come la norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa richieda che gli “elementi su collegamenti con la criminalità organizzata di tipo mafioso” debbano essere “concreti, univoci e rilevanti”.
Per Gabrielli “gli elementi emersi, pur presentando i caratteri di rilevanza e concretezza”, non hanno “il tratto della univocità” e questo grazie ai tratti di discontinuità
“Se mai il ministro dell’Interno decidesse di sciogliere il Municipio di Ostia mi associo a chi dice che la persona più indicata come commissario sarebbe proprio il dottor Sabella”. Lo dice il prefetto Franco Gabrielli, sottolineando di avere “una grandissima stima” di Sabella e di apprezzare “l’importanza della sua azione”.
“Le risultanze emerse dall’attività ispettiva documentano come Mafia Capitale, anche sotto l’attuale Giunta, sia riuscita a infiltrare l’Ente locale, assoggettandone la funzione ai propri interessi grazie a amministratori corrotti e alle influenze esercitate da Carminati e Buzzi”.
Secondo la commissione prefettizia “il condizionamento si è realizzato secondo schemi e copioni non intaccati dal cambio di amministrazione determinato dalla Giunta, e avrebbe portato non solo a determinare l’esito delle procedure di appalto, ma anche orientando le scelte di vertici di società partecipate di Roma Capitale”. La commissione descrive “il quadro di un’amministrazione inquinata, connotata da una profonda mala gestio, in cui il condizionamento mafioso produce una pesante deviazione del canone di legalita’ dalla funzione di indirizzo politico, sotto l’influenza di dirigenti collegati a mafia Capitale”. Ma non solo. Secondo gli ispettori, “l’asservimento delle funzioni pubbliche travolge la libera determinazione della volontà degli organi deliberativi, piegandoli agli interessi del sodalizio criminale”.