Gli insegnanti precari, attraverso una email del Miur, sapranno a mezzanotte e un minuto se sono stati assunti e dove. Si tratta dei circa 60 mila docenti precari coinvolti nella fase B del piano di immissioni in ruolo della riforma della Buona scuola e relativa collocazione sui futuri albi territoriali gestiti dai presidi, spiega l’Anief in una nota, ma saranno solo 16 mila (in realtà 10 mila, uno ogni sei) a ricevere la proposta di assunzione attraverso il sistema informativo del Miur.
Per decidere ci sono dieci giorni: entro l’11 settembre il posto dovrà essere accettato in quanto, si legge sul sito del Miur, “chi rinuncia alla nomina è automaticamente escluso dalle fasi successive ed è cancellato da tutte le graduatorie in cui è iscritto”.
“Chi ha creato questo cervellotico meccanismo – che porterà all’assunzione di 1 docente su 5 che ha presentato domanda lontano dalla sua provincia, non 1 su 10 come va dicendo il ministro Giannini – ha messo su un vero ricatto: chi non accetta è fuori delle graduatorie. Anche se abita a Caltanissetta e la ‘ruota della fortuna’ lo ha spedito a Cuneo. E quel posto perso si trasformerà pure in supplenza annuale, alimentando ancora precariato” denuncia il sindacato.
“Il Miur ha infatti riattivato il meccanismo, già pluribocciato dai giudici, delle collocazioni in ‘coda’: solo la prima provincia di preferenza del precario aspirante al ruolo viene considerata dall’algoritmo ministeriale utile all’inserimento ‘a pettine’; in tutte le altre 99 province, i candidati al ruolo vengono relegati in fondo alle graduatorie. Inoltre, l’amministrazione ha omesso di pubblicare quelle derivanti delle preferenze espresse dei precari, costringendoli a presentare le domande online, senza gli elementi necessari per capire se e dove valeva la pena chiedere l’assunzione con priorità”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “saranno migliaia i docenti che verranno collocati online in province inaspettatamente lontane. E che chiederanno spiegazioni ai giudici, con il nostro patrocinio”.
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