Duemila famiglie italiane pronte ad accogliere minori migranti
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Duemila famiglie italiane pronte ad accogliere minori migranti

Solo una decina di famiglie sono riuscite a concludere l'iter. I Comuni preferiscono inviare i ragazzini in comunità. Perché?

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4 Settembre 2015 - 18.25


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Tutti parlano della solidarietà di islandesi e tedeschi ma anche gli italiani non sono da meno. AiBi con il progetto Bambini in alto mare ha raccolto la disponibilità di 1.782 famiglie ad accogliere un minore straniero non accompagnato. Ma purtroppo i Comuni preferiscono inviare i ragazzini in comunità. Riportiamo il pezzo di Sara De Carli pubblicato su [url”Vita”]http://www.vita.it/it/article/2015/09/03/abbiamo-1800-famiglie-disposte-ad-accogliere-ma-nessuno-le-considera/136378/[/url].

Refugees welcome. In Islanda 12mila cittadini si sono detti disposti a ospitare in casa un rifugiato, in Germania la rete diFlüchtlinge Willkommen (Refugees Welcome) continua a espandersi. Anche in Italia abbiamo 1.782 famiglie disposte ad accogliere immediatamente un minore straniero non accompagnato, ma nessuno le considera. Solo una decina, tutte in Sicilia, da Lampedusa a Messina, sono riuscite effettivamente a concludere l’iter. La denuncia arriva da AiBi, che con il il progetto “Bambini in Alto Mare” vuole garantire un’accoglienza giusta, a misura di bambino, ai minori stranieri che arrivano in Italia.

Sono circa 9mila i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia negli ultimi mesi e ancora presenti nei centri di accoglienza. Più o meno altri 5mila mancano all’appello, visto che è molto frequente che un ragazzino venuto in Italia per cercare un futuro migliore fugga dalle comunità e dalle strutture in cui è inviato.

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AiBi con il progetto “Bambini in alto mare” ha raccolto la disponibilità di famiglie ad accogliere in casa propria minori soli ma anche mamme con bambini. Per i minorenni, si tratta giuridicamente di dare la propria disponibilità all’affido di un minore straniero non accompagnato: «È vero, molte delle famiglie che hanno dato la loro disponibilità vorrebbero accogliere un bambino piccolo, al massimo di 10 anni», racconta Diego Moretti, referente del progetto per AiBi. «I MSNA invece sono per lo più adolescenti e questo un po’ spaventa le famiglie. Ma anche con quelle che hanno confermato la loro apertura, facciamo fatica a portare a compimento l’iter. Per i Comuni è più facile mettere questi ragazzi in una comunità. L’affido è un percorso di qualità maggiore e più economico a livello di costi, ma più impegnativo a livello di risorse umane. È questione di volontà politica».

Un’idea per facilitare le cose, secondo Moretti potrebbe essere l’Albo delle famiglie disponibili all’affido di un minore straniero solo. Lo ha creato a inizio agosto il Comune di Crotone, insieme ai Comuni di Belvedere Spinello- Cutro – Isola di Capo Rizzuto – Rocca di Neto – San Mauro Marchesato – Scandale: «Pensiamo di proporlo anche ai Comuni dell’hinterland milanese in cui lavoriamo. Non serve un albo per ogni Comune, va benissimo anche uno di rete, si ottimizzano le risorse e si valorizzano le possibilità di accoglienza», dice Moretti.

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