Volkswagen richiamerà fino a 11 milioni di vetture per sostituire il software incriminato. sarà inviata una comunicazione ai clienti “nei prossimi giorni”: lo ha detto il neo-amministratore delegato Matthias Mueller a un incontro a porte chiuse con circa 1.000 top manager a Wolfsburg, secondo il sito web della Reuters.
Bankitalia Dure le parole che arrivano da palazzo Koch sul dieselgate. “All’incertezza presente sui mercati globali si è aggiunta negli ultimi giorni quella connessa con le possibili ripercussioni, difficili da quantificare, del grave scandalo Volkswagen sul settore dell’auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori”. Così il vice direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante un’audizione al Senato sulla Nota di aggiornamento al Def.
E rincara la dose il ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti nel corso della trasmissione ‘Tutta la citta’ ne parla’ di Radio3, in diretta da Expo, dicendo che ciò che più “colpisce dello scandalo Volkswagen è la mancanza dell’etica del rispetto dell’ambiente”. Galletti ha fatto notare che “a parte tutto quello che ci può venire dietro per quanto riguarda inquinamento, economia, alterazione del mercato, quello che colpisce di piu’ e’ come non siamo ancora preparati ad affrontare quel tema (del rispetto dell’ambiente, ndr), perché se ancora facciamo la truffa, piccola o grande che sia per eludere le regole che ci permettono di salvaguardare l’ambiente, vuol dire che siamo molto indietro, per questo – ha concluso – dico che abbiamo bisogno di tutti, di cultura e di educazione”.
La casa In Germania, il nuovo ad di Volkswagen, Matthias Mueller, ha annunciato il ritiro di 11 milioni di veicoli che conterrebbero il software per frodare i test sulle emissioni costato la testa al suo predecessore, Martin Winterkorn.
Rivolgendosi a mille top manager del gruppo, in un discorso a porte chiuse nel quartier generale di Wolfsburg, Mueller ha promesso un piano “esaustivo” che risolva una volta per tutte il problema dei software truffaldini grazie a soluzioni tecniche che verranno comunicate ai clienti “in pochi giorni”.
In sostanza, ai proprietari di vetture diesel truccate verrà spiegato come rimettere le proprie vetture in regole. La soluzione dovra’ essere annunciata entro la scadenza del 7 ottobre fissata dall’autorita’ tedesca Kba.
“Abbiamo davanti un cammino faticoso e un sacco di duro lavoro”, ha dichiarato Mueller, secondo quanto apprende Reuters, “saremo in grado di fare progressi solo a piccoli passi e ci saranno battute d’arresto”. Il nuovo ad ha inoltre annunciato uno scorporo del marchio Volkswagen, destinato in futuro a diventere “indipendente” come Audi e Porsche.
Borsa Continuano i contraccolpi in Borsa per il titolo Volkswagen, che soffre ancora a Francoforte, mentre dal 6 ottobre la società verrà cancellata dal listino del Dow Jones Sustainability Indices (Djsi) di cui fanno parte le industrie che adottano i migliori standard in termini economici, ambientali e sociali.
Bruxelles Da Bruxelles alzano la pressione sulla casa: “Ci attendiamo spiegazioni da Volkswagen, e la Commissione vuole fatti”, afferma Ricardo Cardoso, portavoce del commissario per l’Industria, Elzbieta Bienkowska, a margine dell’incontro tra la stessa Bienkowska e Herbert Diess. Il funzionario precisa che a Bruxelles ci si aspetta che la casa automobilistica tedesca al centro dello scandalo dei motori diesel non a norma “collabori con le autorità competenti e rispetti le regole”.
Si aggiorna intanto il conteggio dei veicoli Vw coinvolti nello scandalo: la casa tedesca dice che sono 1,8 milioni quelli commerciali (van e pickup) che montano il software ingannatore, sugli 11 milioni totali. Per il resto, il conteggio spannometrico al momento è di circa 5 milioni a marchio Volkswagen, 2,1 milioni Audi e 1,2 milioni di Skoda. Seat, invece, ha confermato che sono 700mila i veicoli su cui è stato montato il software.
Giappone Intanto, il governo giapponese ha ordinato un’inchiesta sui maggiori produttori di automobili locali (Toyota, Nissan, Mazda e Mitsubishi) e sugli importatori di marchi europei per verificare se i loro veicoli rispettino gli standard sulle emissioni di gas inquinanti. L’iniziativa di Tokyo nasce sulla scia dello scandalo che ha investito Volkswagen a causa dei software per ingannare i controlli sulle emissioni inseriti in numerose vetture diesel. Misure analoghe sono gia’ state adottate da vari altri Paesi, tra cui Gran Bretagna, Francia e Corea del Sud. I risultati dei controlli, ha annunciato il ministro dei Trasporti, Akihiro Ohta, verranno consegnati venerdi’ prossimo.