Dopo gli esposti presentati da ‘Fratelli d’Italia’ e dal Movimento 5 Stelle, la Procura chiederà entro breve al Campidoglio tutta la documentazione relativa all’utilizzo della carta di credito assegnata al sindaco Ignazio Marino per il rimborso delle spese.
Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Roberto Felici, che hanno aperto ieri un procedimento senza indagati e senza ipotesi di reato, vogliono capire quanto siano fondati.
È scoppiato anche il caso della Comunità di Sant’Egidio che ribadisce a chiare lettere che, nonostante quello che ha dichiarato per scritto il sindaco, nessun suo rappresentante è mai stato a cena con Marino, men che meno a spese dell’amministrazione capitolina.
Nello specifico si parla di una cena pagata dal sindaco Marino, il 26 ottobre 2013 nel ristorante romano “Sapore di Mare” in cui si fa riferimento nel documento del Campidoglio con il rendiconto delle spese del primo cittadino.
M5s, se Marino mente su cene può mentire su Mafia – “Questo sindaco è capace di mentire tirando anche in ballo una realtà gloriosa come Sant’Egidio. Se Marino è capace di mentire per una cena da 150 euro magari ha mentito anche quando diceva di non sapere nulla delle cooperative coinvolte con l’indagine di Mafia Capitale. Così non ci si può più fidare”. Lo ha affermato il deputato M5s Alessandro Di Battista, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. “Il Mef – ha aggiunto – aveva messo in guardia il Comune dai rapporti con le cooperative di Buzzi, prima dell’indagine. Marino comunque sapeva degli illeciti”.
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