Museo Lombroso: la storia che divide il web
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Museo Lombroso: la storia che divide il web

Chiudere o lasciare aperto? Sono due le petizioni da firmare su Change.org. Al centro il museo di antropologia criminale che offenderebbe la dignità umana

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12 Ottobre 2015 - 22.06


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Cesare Lombroso e le sue teorie basate sulla frenologia e la fisiognomica dividono ancora l’opinione publica. Sulla piattaforma change.org sono state lanciate due petizioni diverse: una per chiedere la chiusura del museo di antropologia criminale dedicatogli dall’Università di Torino, l’altra, nata in risposta alla prima, per impedirla.


Pro-chiusura

Il Comitato No Lombroso ha sostenuto la prima petizione: “Contestiamo l’esposizione di resti umani collezionati in maniera illegittima da Lombroso. Chiediamo che questi siamo restituiti e poi sepolti- ha dichiarato Domenico Iannantuoni, presidente del Comitato- Poi, se lo vorrà, l’Università faccia pure un museo dedicato a Lombroso, ma con dei resti in suo possesso o con dei calchi”.

Iannantuoni ha raccolto il consenso di movimenti meridionalisti che lottano contro il pensiero di Lombroso, che aveva teorizzato l’inferiorità del Sud Italia e dei meridionali. «Quello che vogliamo difendere è la dignità umana, un museo del genere rischia di riproporre le teorie razziste del Positivismo» ha concluso il presidente del Comitato No Lombroso.

Finora la campagna per la chiusura del museo, lanciata il 17 settembre, ha raccolto oltre 9200 firme.

Pro-apertura Opposta la petizione ideata da Chiara Ascheri per difendere l’esistenza del museo Lombroso, finora sostenuta da quasi 4000 persone.

La campagna è stata poi fatta propria dal museo stesso e dal suo direttore Silvano Montaldo, storico dell’Università di Torino. “Il museo rappresenta un pezzo della storia d’Italia ed è seguito in tutto il mondo. Non c’è alcun motivo di chiuderlo: la storia della scienza è costellata di errori. Il museo è l’esempio che ogni teoria è rivedibile”.
“Lombroso non si è mai scagliato contro i meridionali in verità. Il museo non può essere in alcun modo ritenuto la fossa comune dei meridionali come sostenuto dal Comitato No Lombroso. Si tratta di un’interpretazione senza fondamento e il libro di Maria Teresa Milicia Lombroso e il brigante lo spiega in maniera chiara” ha detto.


Il cranio di Giuseppe Villella

Il cranio del contendere è quello di Villella, brigante calabrese a partire dal quale Lombroso avrebbe formulato le teorie sulla determinazione biologica del criminale. Interpretazione non condivisa dall’antropologa Milicia, secondo cui Lombroso non avrebbe mai analizzato il corpo dell’uomo.

Il comune di Motta Santa Lucia, in provincia di Catanzaro, ha avanzato la richiesta di restituzione. Accolta dal Tribunale di Lamezia Terme. A inizio 2013 la corte di Appello di Catanzaro ha sospeso però la restituzione dopo il ricorso dell’Università di Torino. Nello stesso anno il Consiglio comunale di Torino ha votato a favore di una mozione per la restituzione del cranio di Villella al paese di origine.

Sul caso del museo Lombroso si è anche recentemente espressa l’Icom (International Council of Museums) che ha sottolineato come il museo rispetti gli standard scientifici ed etici necessari per rimanere aperto.

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