I pm: l'asta dei diritti tv truccata per favorire Mediaset
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I pm: l'asta dei diritti tv truccata per favorire Mediaset

Si tratta di un affare di un miliardo di euro e si scopre oggi, anche se lo si sospettava già, sarebbe stato gestito dalla Lega Calcio in maniera illegale

I pm: l'asta dei diritti tv truccata per favorire Mediaset
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13 Ottobre 2015 - 09.23


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Venerdì scorso, la guardia di Finanza di Milano ha bussato agli uffici dei più alti dirigenti di Mediaset, ossia Giorgio Giovetti, responsabile dei diritti sportivi Reti televisive italiane, e Marco Giordani, numero uno Rti. Aveva l’ordine di raccogliere le prove del presunto accordo occulto per la spartizione dei diritti televisivi della serie A nel triennio 2015-2018. I due alti manager sono indagati dalla procura di Milano per concorso in turbativa d’asta.

Si tratta di un affare di un miliardo di euro e si scopre oggi, anche se lo si sospettava già, sarebbe stato gestito dalla Lega Calcio in maniera illegale.

Ne sono convinti i magistrati milanesi, Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, che hanno mandato i finanzieri in Lega a prelevare tutte le carte relative alla procedura di assegnazione di quella gara, come riferisce Repubblica.it. Ma i finanzieri hanno anche bussato alle sedi di Infront – l’advisor della Lega, nonché grande regista di tutta l’operazione – per perquisire il presidente Marco Bogarelli, e i consiglieri Giuseppe Ciocchetti e Andrea Locatelli. E infine, a Cologno Monzese, nel cuore di Mediaset.

Nel decreto di perquisizione è scritto il motivo per cui sono partite le perquisizioni: “Il management di Infront, nello svolgimento dell’iter di assegnazione delle licenze dei diritti audiovisivi relativi agli eventi sportivi (diritti tv 2015-18, ndr), colludendo con i dirigenti Rti, ha turbato i relativi bandi e il corretto e imparziale svolgimento delle gare, in particolare violando i canoni di trasparenza e leale concorrenza in favore del competitor Rti (Mediaset)”. In parole povere la “torta” dei diritti sarebbe stata falsata per favorire la società fondata da Silvio Berlusconi.

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