Allarme carne, Niola: la cucina per sottrazione ci isolerà
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Allarme carne, Niola: la cucina per sottrazione ci isolerà

l docente di Antropologia napoletano ha commentato il monito dell'OMS: l’Homo Sapiens si affermò per il carattere onnivoro che lo ha reso adattabile a tutti i tipi di cibo.

Allarme carne, Niola: la cucina per sottrazione ci isolerà
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30 Ottobre 2015 - 21.06


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La pasta contro la carne e la nostra dieta contro quella delle multinazionali del cibo: Marino Niola, ordinario di Antropologia e direttore del centro di ricerche sociali sulla dieta mediterranea dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, risponde alla guerra del cibo scatenata dalla condanna dell’Oms di carne e insaccati, con una proposta chiara. E socialmente rilevante.

Niola, su Facebook ha scritto “Teniamoci stretta la nostra dieta mediterranea, patrimonio italiano. È il momento del Med Pride, l’orgoglio mediterraneo!”. Ma non seguirla, che implicazioni sociali avrebbe?

È vero che la carne fa male, soprattutto quella di cattiva qualità e mangiata con frequenza ma non dobbiamo dimenticare che chi lo fa sono le persone più povere, per le quali ricorrere al Mac Donald è questione di sopravvivenza. C’è però un’alternativa, ed è la Dieta Mediterranea, fatta di ingredienti sani e alla portata di tutti, in grado di nutrire un gran numero di persone. Forse è questo il momento di affermare la Dieta Mediterranea contro la “western diet” che ha un peso nelle abitudini alimentari anche grazie alla forza delle grandi multinazionali del food.

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Come lei ha scritto, una volta si diceva che siamo quello che mangiamo e adesso invece siamo quello che non mangiamo: “La nostra sta diventando una cucina ‘senza’, per sottrazione”. Ma a cosa ci porterà non essere più onnivori?

Ci porterà a esporci alle malattie, a essere più divisi come tante tribù. Questa tribalizzazione alimentare divide le persone, mentre il cibo è per natura scambio, condivisione. La cucina per sottrazione ci porterà a non accettare più inviti, a un cibo asociale, che isola, e a un cibo a misura dell’individualismo della società contemporanea. Bisogna lottare contro tutto questo.

Ma se è vero che l’uomo nasce naturalmente onnivoro, non pensa che il non potere più mangiare tutto possa farci in qualche modo regredire?

Sì. In fondo il segreto della vittoria dell’Homo Sapiens sulle altre specie è il suo carattere onnivoro che lo ha reso adattabile a tutti i tipi di cibo, oggi con i tabù alimentari rischiamo un tipo di regressione poco visibile ma pericolosa. Non si può immaginare in questo momento cosa possa diventare un vegano a tutti i costi ad esempio, però c’è il rischio che a lungo andare diventerà una persona disadattata, e il cibo, anziché aggregare, diventi un fattore di disintegrazione sociale e quindi di regressione.

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Intanto oggi si parla di vermi, larve, cavallette che potrebbero finire sulle tavole degli europei, se avranno il via libera della Agenzia europea per la sicurezza alimentare.

Mi chiedo se ce ne sia davvero la necessità. Le cavallette tradizionalmente nella nostra cultura sono considerate un flagello per l’agricoltura non un cibo. Mi chiedo cosa ci sia dietro proposte di questo tipo e quali forti interessi possano renderle possibili. Io dico che la Dieta Mediterranea è l’alternativa giusta e bisogna difenderla. (Ida Palisi)

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