Sardegna, manifestazione contro le basi Nato: ore di tensione
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Sardegna, manifestazione contro le basi Nato: ore di tensione

Secondo la questura la manifestazione non era stata autorizzata. Area blindata dalle forze dell'ordine

Sardegna, manifestazione contro le basi Nato: ore di tensione
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3 Novembre 2015 - 17.02


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Una manifestazione blindata quella di questa mattina dei pacifisti che hanno deciso di sfidare il no della questura al corteo organizzato contro l’esercitazione Trident Juncture e contro le servitù militari in Sardegna. Polizia e carabinieri presidiano tutta la zona e gli accessi alla frazione di Porto Pino di Sant’Anna Arresi, adiacente alla base. I manifestanti vorrebbero avrebbero voluto la spiaggia ma tutti i varchi erano presidiati dalle forze dell’ordine che ne impediscono l’accesso. Al lavoro i militari della Compagnia di Carbonia, del Battaglione e del Comando provinciale dei carabinieri, il Reparto Mobile della Polizia, la Digos, il Reparto prevenzione crimine, gli agenti del Commissariato di Carbonia e gli artificieri. In volo anche elicotteri.

I manifestanti che si erano radunati nel parcheggio della spiaggia di Porto Pino si stanno spostando per raggiungere lo snodo in cui sono in corso i controlli da parte delle forze di polizia e dove si trovano ancora molti manifestanti. “Tutti liberi”, urlano dalla testa del corteo, “liberateli”, riferendosi al fatto che in molti non hanno potuto raggiungere il parcheggio. Slogan anche contro le esercitazioni e contro le basi, “Fuori la Nato dalla Sardegna”. Il corteo si è ingrossato ed ora è composto da oltre 500 persone, a cui lentamente se ne stanno aggiungendo delle altre.

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I pacifisti non firmano le prescrizioni richieste dalla questura – Non hanno firmato le prescrizioni richieste dalla Questura gli organizzatori della manifestazione. Ieri mattina due degli organizzatori che avevano presentato la comunicazione della manifestazione sono stati convocati in Questura dove gli sono state illustrate le prescrizioni da seguire. In particolare gli è stato vietato, per motivi di sicurezza visto che è in corso l’esercitazione, il corteo attorno al poligono, mentre gli è stato proposto un sit-in, un presidio statico. Gli organizzatori hanno, però, rifiutato di firmare le prescrizioni. Nei termini in cui è stata preavvisata dagli organizzatori qualche giorno fa la manifestazione, quindi, non è stata autorizzata.

M5s, stop a esercitazioni Nato in Sardegna – “A Teulada, in provincia di Cagliari si sta svolgendo una manifestazione organizzata dai comitati e dalla societa’ civile, per protestare contro l’esercitazione Nato “Trident Juncture 2015” e per dire “no” alle servitu’ militari, alla guerra e ai poligoni. Il questore prima non ha autorizzato il corteo, con motivazioni pretestuose, poi agenti delle forze dell’ordine hanno bloccato i pullman e allontanato i manifestanti. Nonostante tutto, oltre 700 persone si sono radunate vicino la base di Teulada per protestare pacificamente. Il movimento 5 stelle sta presentando una interrogazione urgente al Senato, a firma Roberto Cotti”. A renderlo noto sono i parlamentari del M5s nelle commissioni Difesa di Camera e Senato.

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“Gli oneri delle esercitazioni militari che gravano sulla Sardegna non sono più sostenibili. Si parla di costi in termini sanitari, economici, ambientali che ricadono sulla popolazione, in un territorio che da oltre 50 anni è gravato dal 62% del totale delle servitù militari italiane”, aggiungono. “L’Italia secondo il trattato della Nato non avrebbe l’obbligo né di partecipare a queste esercitazioni né di concedere l’uso dei propri poligoni – proseguono i pentastellati – il M5s è per un nuovo modello di Difesa che sia, appunto, difesa del nostro Paese e di non ingerenza nelle controversie internazionali che non hanno ripercussioni sull’Italia”.

“Invece a Teulada si stanno svolgendo esercitazioni di tipo offensivo che non servono per difendere il nostro territorio ma per attaccare – insistono i parlamentari – e per questo ricordiamo quanto scritto nell’articolo 11 della Costituzione. Chiediamo che venga riaperta una riflessione sul nostro modello di Difesa”.

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