L'immagine simbolo della resistenza sarda contro i giochi di guerra
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L'immagine simbolo della resistenza sarda contro i giochi di guerra

Questo scatto è un simbolo: perché c'è un popolo che è in prima linea contro un nemico invincibile, c'è la solitudine di chi combatte e c'è l'indifferenza dello Stato.

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4 Novembre 2015 - 17.15


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di Claudia Sarritzu

500 persone forse non bastano per poter affermare che la Sardegna si sta svegliando. Gli stessi sardi conoscono bene la loro storia, disseminata di gesti di coraggio che purtroppo non si sono mai tramutati in una vera e propria rivoluzione di massa. Eppure questa foto fa credere che questa volta sarà diverso. E’ stata scattata da una giovane manifestante, che senza saperlo ha divulgato l’immagine simbolo della giornata del 3 novembre a Teulada.

I poliziotti ieri hanno caricato i manifestanti pacifici, hanno picchiato con i manganelli chiunque capitava sotto tiro, così raccontano i testimoni.
Dopo aver acceso i lacrimogeni pian piano la situazione si è calmata.
I poliziotti però a quel punto si sono schierati in piedi a “proteggere” l’ingresso della stradina, che alcuni ragazzi avevano tentato di percorrere. Questa volta una signora che era stata travolta prima dalla carica si piazza davanti a loro e con modi educati e gentili spiega a questi giovani “impiegati” dello Stato che il loro comportamento era ingiustificabile.

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La giovane autrice della foto, che vuole restare anonima, ci ha raccontato “Quella foto è un momento catturato dopo la carica. Finanzieri e poliziotti in assetto antissommossa si sono schierati a proteggere l’ingresso della stradina che portava alla base. Davanti a loro lo striscione del movimento che ha organizzato la manifestazione. In mezzo si è messa quella persona col deambulatore per proteggere i manifestanti (Giorgio Contini, ndr). Sono rimasta un quarto d’ora a fissare le forze dell’ordine, il loro sguardo vuoto e la loro indifferenza verso tutte le persone che erano lì a manifestare completamente disarmate…

Ecco perché questo scatto è un simbolo: perché c’è un popolo che si fa protagonista di una battaglia enorme, c’è la solitudine di chi combatte e c’è l’indifferenza dello Stato verso le esigenze sacrosante dei sardi.

Il Tridente Congiunto della Nato ha portato nell’isola, con i suoi missili all’amianto, al torio, all’uranio una miriade di veleni bellici: piombo, mercurio, fosforo, tnt, rdx, octol, criolite, difenilammina, etilcentralite. Tutto questo distruggerà l’ambiente e porterà: leucemie, tumori e malformazioni genetiche eredità di oltre sessant’anni di perenni addestramenti di morte. La Sardegna è stanca.

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Nella foto Giorgio Contini.

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