Il Papa all'Angelus parla di Vatileaks: rubare documenti è un reato
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Il Papa all'Angelus parla di Vatileaks: rubare documenti è un reato

Francesco si dice turbato per quanto accaduto ma precisa: tutto questo non mi distoglierà dal lavoro di riforma che stiamo facendo.

Il Papa all'Angelus parla di Vatileaks: rubare documenti è un reato
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8 Novembre 2015 - 12.28


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Papa Francesco dopo la preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro ha parlato in merito al caso ormai noto come `Vatileaks´: “so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. E’ un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso – ha aggiunto – avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene. Questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato”.

Un altro corvo. Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sullo scandalo che ha colpito il Vaticano e il pontificato di Bergoglio. Tra i cosiddetti “corvi” troviamo anche il nome di Mario Benotti, ex responsabile di Rai International e oggi capo della segreteria del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi. Benotti è così il terzo a essere indagato nell’inchiesta sul Vatileaks, aperta dalla procura di Terni dopo gli arresti in Vaticano di Francesca Chaouqui e monsignor Lucio Angel Vallejo Balda.

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La procura di Terni indaga per i reati di intrusione informatica ed estorsione. Benotti è anche sotto controllo nell’ambito degli accertamenti affidati alla gendarmeria vaticana. Anche lui quindi coinvolto nei ricatti compiuti grazie alla conoscenza di informazioni riservate.

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