Cosenza, arrestato presunto foreign fighter
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Cosenza, arrestato presunto foreign fighter

Il 25enne marocchino era stato respinto dalla Turchia per motivi di sicurezza ed era tornato in Italia a luglio. Si difende: non sono dell'Isis, in Turchia solo per pregare.

Cosenza, in manette un presunto  foreign fighter marocchino
Cosenza, in manette un presunto foreign fighter marocchino
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25 Gennaio 2016 - 09.01


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E’ il primo arresto di un foreign fighter dopo la nuova legge antiterrorismo in vigore da aprile 2015: Hamil Mehdi, di 25 anni, residente a Luzzi (Cosenza).

Gli uomini della Digos di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del foreign fighter marocchino. L’operazione è coordinata dal Servizio centrale Antiterrorismo. In manette è finito Hamil Mehdi commerciante ambulante con permesso di soggiorno: gli uomini della Polizia, che indagavano su di lui dal luglio scorso, lo hanno bloccato all’alba. Il marocchino è indagato per i reati previsti dalla nuova legge antiterrorismo in vigore da aprile 2015 ed in particolare gli viene contestato l’articolo 270 quinques del codice penale.

“Dagli elementi rilevanti dell’intercettazione telematica, appare evidente che l’indagato, oltre ad essere fortemente interessato alla causa dello Stato Islamico, visionava filmati idonei ad assicurargli la formazione di base idonea al combattimento ed alla preparazione di materiali esplosivi”. E’ quanto scrive il giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, nell’ordinanza di custodia cautelare. Nelle 21 pagine dell’ordinanza il giudice evidenzia che in un video, visionato per due volte da Hamil Mehdi, c’era un soggetto vestito con una tuta militare che parla in arabo e che “dopo essere salito su un carro armato e parlando con una seconda persona collegano due fili di colore blu ad un nastro adesivo e dice di legare con le sue mani le ‘chiavi del paradiso’ e poi segue l’immagine di una esplosione”. Altro video riguarda “quattro contenitori – ha detto il Gip – con una miccia posti in una strada di Rabat (Siria) e fatti esplodere”.

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Pronto ad andare in guerra. Il giovane era pronto a raggiungere gli scenari di guerra. E’ quanto emerge dalle indagini compiute dalla polizia e dalla Dda di Catanzaro. Il marocchino è indagato per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo introdotta dalla legge n. 43 del 17 aprile 2015, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters, art. 270-quinquies del codice penale.

Respinto dalla Turchia. Per i servizi di sicurezza di Ankara era un soggetto dalla “elevata pericolosità sociale”. Per questo, d’intesa con l’Antiterrorismo italiano, è stato bloccato alla frontiera per “motivi di sicurezza pubblica” e costretto al rientro in Italia. Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia.

Da allora gli uomini della Digos non lo hanno perso di vista un momento. Per mesi ne hanno monitorato le frequentazioni e gli incontri, hanno passato al setaccio la sua corrispondenza come l’attività su internet, per scoprire l’eventuale rete di rapporti che potrebbero averlo aiutato a recarsi in Turchia. Nel frattempo, la procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo per autoaddestramento ai fini di terrorismo internazionale, uno dei reati previsti dalla nuova legge antiterrorismo, e nel giro di pochi mesi ha chiesto e ottenuto l’arresto del giovane.

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Chi è il marocchino presunto terrorista. In Italia da oltre dieci anni, per chi lo incontrava regolarmente per strada, dove lavorava come ambulante, Mehdi era un ragazzo come tanti. Ma negli anni, quel ragazzino magro avrebbe lasciato il posto a un giovane uomo arrabbiato, che progressivamente ha iniziato ad abbracciare le posizioni più oltranziste dell’Islam. Stando alle accuse, il suo desiderio più grande era andare a combattere in prima linea sotto le bandiere dell’Is, dove sarebbe stato pronto anche ad offrire la propria vita alla jihad. Per questo, nel luglio scorso aveva anche tentato di andare in Siria per arruolarsi come volontario, ma al suo arrivo in Turchia – tappa intermedia nel viaggio verso i fronti di guerra – era stato bloccato dalle autorità.

Dda, marocchino arrestato è classico combattente. “L’arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l’auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero”. Lo ha detto il Coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, circa l’arresto del marocchino di 25 anni al quale viene contestato l’articolo 270 quinquies del codice penale. “Lo abbiamo monitorato costantemente – ha aggiunto – dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia”. Al momento dell’arresto, all’uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.

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La difesa del ragazzo: “In Turchia per pregare” – “Sono andato in Turchia solamente per pregare”. E’ quanto ha detto Hamil Mehdi al momento dell’arresto. “Mi avevano già accusato – ha aggiunto – di appartenere all’Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all’Isis”.

Il video dell’arresto del presunto foreign fighter marocchino.

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