Il barbiere abusivo di Palermo: una storia incredibile
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Il barbiere abusivo di Palermo: una storia incredibile

Un barbiere operava abusivamente all'interno nel comando dei vigili urbani, fino all'arrivo di un esposto anonimo alla Procura

Onofrio Dispenza su globalist.it
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15 Aprile 2016 - 21.52


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Un esposto anonimo arrivato in Procura, con tanto di foto, ha segnalato la presenza di un barbiere abusivo nel comando dei vigili urbani di Palermo. Certo, da sempre in Sicilia le barberie sono anche uno incredibile spazio teatrale e musicale capace di sfornare straordinarie storie. Luoghi di creatività che sbalordisce, dove sono nate bellissime pagine di musica e poesia. Giuseppe Maurizio Piscopo, infaticabile insegnante ed artista, ha girato per le più antiche barberie dell’Isola realizzando una raccolta poetica, “Musica dei saloni. Suoni e memorie dei barbieri di Sicilia”.
Ma quella oggetto dell’esposto anonimo arrivato sulla scrivania dei magistrati palermitani è un’altra storia. Niente a che fare con musica, mandolini, poesia, chiacchiere, “sparlatine”, cardellini in gabbia alle pareti e asciugamani al sole, davanti alla vetrina del salone. Andiamo ai fatti. Per anni, un barbiere è entrato regolarmente nel palazzo comando dei Vigili Urbani, superando senza problemi i controlli. Essendo di casa, varcava il portone della zona off limits, quella della sala radio, senza problemi, prendeva forbici, rasoio, pennello e crema e iniziava la sua giornata di lavoro. Sulla porta del bagno trasformato in salone, un cartello con gli orari e il suo numero di cellulare per fissare gli appuntamenti.
Il comandante dei vigili, Vincenzo Messina ci prova a smentire: “Barberia? Non c’è nessuna attività commerciale abusiva al comando… Io sono stato all’ottavo piano e non ho trovato nessuna sala da barba… Si, c’è un bagno… Adesso ho chiesto relazioni di servizio per capire com’è possibile che qualcuno si sia imbucato al comando passando i controlli del corpo di guardia… Ci vogliano ridicolizzare e screditare…”.
Nonostante le smentite, il sindaco Leoluca Orlando ha chiesto una relazione al comando dei vigili urbani: “Attendo la relazione…ho incaricato il segretario generale di valutare l’opportunità di una commissione d’inchiesta”. Nel frattempo, parla lui, il barbiere. Ha raccontato la sua storia all’Ansa.
Ed è una storia incredibile, che potremmo affidare a Giuseppe Tornatore:”Sono stato adottato dal comando dei vigili urbani. Sono entrato in quella caserma quando avevo 10 anni. Mio padre Michele era il barbiere della polizia municipale. All’epoca, i vigili dovevano uscire sempre con la barba fatta e i capelli in ordine. Per questo la barberia era autorizzata e prevista. Quando è andato via mio padre, la stanza che faceva da salone non era più disponibile e mi hanno detto di mettermi nel bagno in attesa di regolarizzare la mia posizione…Sono senza lavoro da un anno e mezzo. Ho due figli. Quello di 9 anni è invalido, mia moglie è casalinga e io devo campare la famiglia. Al comando mi conoscono tutti da anni. Quel cartello con gli orari lo avevo affisso da un anno e mezzo… Non avevo un tariffario…I vigili mi davano quello che volevano… Qualcuno mi faceva la spesa o mi dava vestiti per mio figlio… Io ho bisogno solo di lavorare… Ed ora, sono preoccupato, questa storia rischia di distruggere l’unica mia risorsa…Voglio continuare a lavorare, chiedo troppo alla società?”.
Barbiere dei vigili il padre, perché no il figlio? “Avevo i documenti in regola per ereditare il posto…credevo che le cose si potessero regolarizzare…Parlavo con questo, parlavo con quell’altro…mai una risposta”. Risposte mai, lavoro sempre.
Accade a Palermo.

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