Ventiquattro anni fa la strage di Capaci, Mattarella: fu riscossa morale
Top

Ventiquattro anni fa la strage di Capaci, Mattarella: fu riscossa morale

Il Presidente della Repubblica: la memoria della tragedia fa parte del nostro stesso senso civico.

Strage di Capaci
Strage di Capaci
Preroll

globalist Modifica articolo

23 Maggio 2016 - 11.10


ATF

“Palermo chiama e l’Italia risponde”: è il titolo scelto per tutte le cerimonie che oggi ricorderanno il ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tutta la scorta del magistrato siciliano. Il programma è stato organizzato dalla Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone”  e prevede manifestazioni a Palermo, Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Roma, Pescara, Bari, Barile. Ma anche in tanti altri comuni del Paese.

 

Studenti. Cinquantamila studenti per ricordare Giovanni Falcone a 24 anni dalla strage di Capaci. A Palermo, alla cerimonia di commemorazione, dall’aula bunker dell’Ucciardone, stanno partecipando le alte cariche dello Stato, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando e quello dell’Istruzione Stefania Giannini e anche Giuseppe Antoci.

Alla cerimonia partecipano la sorella del giudice ucciso Maria Falcone e 800 studenti provenienti da tutta Italia.

 

Mattarella, la strage fu l’avvio di una riscossa morale, grazie a chi non si è scoraggiato – “Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a ciò che si è mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni”. “Desidero esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell’aula bunker, a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l’illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalità, che vive anzitutto nell’agire quotidiano”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mettarella, nell’anniversario della strage di Capaci, citando le parole di Falcone “La mafia non è affatto invincibile”.

Leggi anche:  Hacker e spionaggio: nel mirino anche la mail del presidente Sergio Mattarella

Il presidente della  Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio a Maria Falcone, presidente della fondazione: “Esprimo la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell’aula bunker, a chi non si è mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l’illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalità, che vive anzitutto nell’agire quotidiano”. E ha aggiunto: “Il 23 maggio è una data incancellabile per gli italiani. La memoria della strage di Capaci – a cui seguì la barbarie di via D’Amelio in una rapida quanto disumana sequela criminale – e’ iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l’avvio di una riscossa morale, l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a cio’ che si e’ mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni. In questa giornata altamente simbolica desidero esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell’aula bunker, a chi non si e’ mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l’illegalità e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalita’, che vive anzitutto nell’agire quotidiano”.

Leggi anche:  Renzi dopo la vittoria di Bucci: "Ha perso Giuseppe Conte e ha perso chi mette veti"

 

Boldrini. Per la presidente della Camera Laura Boldrini:  “Il ricordo del sacrificio di questi servitori dello Stato, che hanno offerto la vita per il riscatto della Sicilia e dell’intero Paese dal gioco della mafia, è ancora molto vivo in tutti noi. Altrettanto profondo deve continuare ad essere l’impegno delle istituzioni, della società civile e dei singoli cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata”

Renzi. Per il premier Matteo Renzi: “Se questo paese è un pò più forte e più libero lo deve anche a persone come Falcone e Borsellino. Nella loro memoria continua il nostro lavoro per combattere tutte le forme di mafia. Ciascuno di noi, più o meno della nostra età, ricorda quel momento. E’ uno di quei momenti in cui ti ricordi esattamente cosa stavi facendo e dove eri. Io per esempio, nel mio piccolissimo, ho deciso allora di fare giurisprudenza”.

Grasso. Non ha dubbi il presidente del Senato Piero Grasso: “”La sentenza definitiva del maxiprocesso è un monumento giuridico e storico che ha dato la prova incontrovertibile dell’esistenza della mafia, delle sue regole perverse, dei suoi rapporti con la politica e l’economia”. Grasso ha poi scritto su Fcebook: “Giovanni Falcone era un uomo capace di resistere a qualunque cosa: ad una vita blindata, ai tentativi di delegittimazione, alle amarezze professionali, alla lentezza della politica nel dare ai magistrati tutti gli strumenti necessari per combattere al meglio la mafia. Ha affrontato la sua vita e la professione con dignità, orgoglio e una tenacia fuori dal comune”.

Leggi anche:  Renzi dopo la vittoria di Bucci: "Ha perso Giuseppe Conte e ha perso chi mette veti"

Rosy Bindi. Ed è polemica Rosy Bindi, presidente della Commisione Nazionale Antimafia : “Contro la corruzione si potrebbe fare di piu’? Assolutamente sì. Speriamo che anche queste elezioni siano un’occasione per fare di piu’. Le forze politiche sono ancora in tempo per togliere qualche impresentabile dalle liste. E sono ancora in tempo i cittadini per scegliere le persone perbene”.

Orlando. Non usa mezze misure il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “La mafia è diventata una criminalità sovranazionale. Falcone l’aveva capito prima degli altri. Per questo è necessario potenziare gli strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale”.

Giannini. Ricorda l’importanza della scuola il ministro dell’istruzione Stefania Giannini: “La comunità della scuola italiana è lo strumento più forte e potente che abbiamo per combattere la criminalità, le mafie e costruire la cultura della legalita’”.

Native

Articoli correlati