Quando uno dice: arrampicarsi sugli specchi. Amedeo Mancini, il 39enne di Fermo, ultras della locale squadra di calcio, sottoposto a fermo per omicidio preterintenzionale aggravato da finalità razzista per la morte di Emmanuel Chidi Namdi, ha detto di “non appartenere a nessun movimento politico, di non disprezzare altre razze e di non aver avuto la volontà di uccidere” durante l’interrogatorio “analitico” a cui è stato sottoposto da parte dei sostituti procuratori Mirko Monti e Francesca Perlini.
Secondo il suo legale, Francesco de Minicis, Mancini è “molto dispiaciuto” e “si è pentito delle parole dette alla moglie di Emmanuel (“scimmia africana”) , quando pensava che i due coniugi stessero armeggiando vicino ad un’auto”. Tre – nella ricostruzione del difensore – le fasi dell’episodio: la prima di insulti, la seconda di aggressione e la terza finale della reazione del suo assistito. Fatti che dovrebbero emergere nell’esame autoptico fissato domani alle 12 e 30.
Mancini ha anche detto che la donna lo ha morso su un braccio, facendo vedere i segni ai pm. La lesione è stata refertata in ospedale.
L'assassino si arrampica sugli specchi: le ho detto scimmia ma non sono razzista
Interrogatorio di Amedeo Mancini arrestato per omicidio preterintenzionale aggravato da finalità razzista per la morte di Emmanuel Chidi Namdi
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7 Luglio 2016 - 19.06
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