E’ stata effettuata l’autopsia sul cadavere di Emmanuel Chidi Namdi, il profugo nigeriano pestato a morte a Fermo mentre difendeva la compagna da insulti razzisti. L’esame è stato condotto dal medico legale Alessia Romanelli e vi ha assistito il perito di parte Elena Mazzeo, nominata dal difensore di Amedeo Mancini, arrestato per omicidio preterintenzionale aggravato. Anche la compagna di Emmanuel e la fondazione Caritas in veritate che si costituirà parte civile hanno nominato un loro consulente. Ad abbreviare i tempi del lavoro del medico legale, c’è anche la consultazione degli scan di una tac total body, a cui Emmanuel era stato sottoposto dopo il ricovero in ospedale mentre era in coma.
Morto per un pugno. Secondo l’autopsia, Emmanuel è morto per un pugno, forte, ma non fortissimo che ha colpito la mandibola e il labbro inferiore dello sfortunato migrante, lasciando la dentatura intatta ma provocando una pesante rima di frattura al cranio. L’ esame autoptico, in cui sono stati prelevati tessuti a quanto appreso, ha rilevato che il corpo dell’uomo e’ quasi totalmente integro a parte un’abrasione al polso,un ematoma a un polpaccio, segni di unghiate.Un quadro compatibile con un ventagli di reati dalla legittima difesa all’omicidio preterintenzionale.
La foto dopo l’aggressione. Oggi intanto è stata pubblicata una fotografia che riatre la scena subito dopo l’aggressione. Emmanuel con una maglietta viola è seduto sul marciapiede ed è sorretto da alcuni amici, davanti la moglie Chinyery con un vestito bianco e nero. In primo piano si vede invece Amedeo Mancini, con una canotta rosso scuro con una mano poggiata al braccio sinistro. Una foto, tratta dal fascicolo difensivo del 39enne fermano sottoposto a castudio cautelare per omicidio. La mano sul braccio sarebbe la testimonianza che Emmanuel ha colpito per primo il suo aggressore, che ha poi successivamente risposto per difendersi: una tesi al momento al vaglio dei giudici.