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Insulti e polemiche per un post sul G8. 15 anni dopo cala ancora la vergogna sui fatti di Genova.
Così, dopo varie segnalazioni, Facebook ha oscurato la pagina fan di Zerocalcare. Cosa ha scatenato l’indignazione del social? Un suo semplicissimo post di qualche giorno fa con il quale avvisava che oggi avrebbe partecipato a una iniziativa in piazza Alimonda a Genova dedicata a Carlo Giuliani. Cosa ci sia di così scabroso da valere l’oscuramento della fan page ancora è un mistero. Soprattutto guardando al fatto che il fumettista non ha mai nascosto il suo pensiero. Zerocalcare era a Genova, ha disegnato le giornate del G8, non ha mai nascosto le sue idee politiche, la sua appartenenza al mondo dei centri sociali.
Il post. Un aggiornamento si stato più innocuo è difficile da trovare. In quel post Zerocalcare non nominava nemmeno Giuliani, si limitava a comunicare la sua presenza a “NondimentiCarlo”, questo il nome dell’evento. Ma l’Italia ottusa e violenta non ha tardato a farsi vedere. “Torna a fare i disegnetti”. Giuliani che “se l’è cercata”, “aveva un estintore in mano e ha cercato di uccidere i carabinieri”. Poi il commento: “Mi piace ricordarlo con un buco in testa”.
“Non accetto che in una pagina sotto la mia responsabilità si scateni questa violenza, senza rispetto per i morti e per i vivi”. E così ha cancellato lui stesso, per la prima volta nella sua vita, i commenti più violenti: “Gli insulti a me e al mio lavoro non mi interessano, chiunque può dire quello che vuole, ma in questo caso siamo di fronte a qualcosa di ben diverso. Si parla di un ragazzo ammazzato e di persone che dopo 15 anni sono ancora in carcere o subiscono misure restrittive mentre altri sono stati promossi e hanno fatto carriera”.
Come riporta il Secolo XIX il fumettista ha cancellato i commenti più violenti, ma evidentemente agli autori del bombing non è bastato: quel post doveva sparire. E così sono iniziate le segnalazioni. Il social network ha prima bloccato l’accesso alla pagina. Poi, quando lo ha ripristinato, era tutto cancellato come fa sempre. Tutto bianco: non solo gli insulti, ma anche il post del tutto innocente del disegnatore. Bianco, come la memoria degli italiani.
A quel punto ha deciso di tornare ancora sulla vicenda, questa volta utilizzando la sua pagina personale: ha riassunto i fatti, ha spiegato che fino a poche ore prima pensava non valesse più la pena discutere su Genova, non con una parte del paese convinta “che era giusto sparare in faccia a Carlo Giuliani”. Dopo “i commenti immondi” e dopo le segnalazioni che hanno portato alla chiusura, la sua opinione è cambiata: “Forse vale la pena continuare a farlo, anche per rispetto al nostro dolore, al nostro sangue e alle nostre lacrime, pure se ci sembrano così lontane oggi”.
Le parole. Lui non aveva risposto a nessuno: “Genova è anche la mia storia, quelle ore mi hanno cambiato la vita e ancora adesso mi fanno venire i brividi. Io non cerco di imporre la mia opinione a nessuno, ma non considero Genova un argomento di dibattito”. ”Non mi stupisce più nulla di quello che viene detto sul G8 – ha dichiarato il fumettista poche ore dopo – ormai il dibattito si è sclerotizzato.
Zerocalcare non crede che gli autori dei commenti siano suoi lettori: “Chi mi legge sa bene come la penso e anche se hanno opinioni diverse dalla mia sono persone abituate al confronto. Qui si tratta di persone che avevano un obiettivo preciso, appartenenti o ex appartenenti alle forze dell’ordine che sono arrivate sulla mia pagina solo per scagliare fango ancora una volta su Genova e su quello che è accaduto”.
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