La Polizia, a Milano ha dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di altrettanti stranieri tutti accusati di associazione per delinquere, finalizzata allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, mediante trasporto di cittadini stranieri clandestini attraverso il territorio nazionale verso paesi del Nord Europa.
In carcere sono finite 13 persone (6 egiziani, 3 albanesi, 2 rumeni, 1 siriano e 1 brasiliano) considerati aderenti a un’organizzazione di tipo “piramidale verticistico” che dal Veneto alla Lombardia si occupava di far fuggire clandestinamente i profughi dall’Italia. Il gruppo era strutturato in maniera tale da conoscere fin dall’arrivo sulle coste siciliane il numero di disperati da contattare per offrirgli di viaggiare oltre confine. Il capo dell’organizzazione, un cittadino egiziano del ’79, era infatti in contatto direttamente con gli scafisti in partenza dalle coste africane.
L’esecuzione di tali misure ha interessato, oltre alle province di Monza e Milano, anche quelle di Brescia e Venezia. Dei 13 destinatari di misura cautelare in carcere solo 3 sono risultati irreperibili sul territorio nazionale.
I poliziotti hanno dato contestualmente esecuzione anche alla misura cautelare reale del sequestro preventivo di due veicoli che venivano utilizzati per compiere i “viaggi”.
L’operazione di Polizia denominata “Transitus” ha permesso di ricostruire l’attivita’ di una organizzazione criminale, verticistica e piramidale, i cui componenti (6 egiziani, 3 albanesi, 2 rumeni, 1 siriano ed 1 brasiliana, tutti regolari sul territorio nazionale e di eta’ compresa tra i 26 e di 45 anni) svolgevano l’attivita’ di veri e propri “scafisti di terra”.
Un milione di euro all’anno. L’inchiesta è nata presso la procura di Monza in seguito alla segnalazione alla polizia della cittadina brianzola, di un cittadino egiziano contattato dal gruppo che ha permesso di verificare, ad esempio, l’esistenza di ben 20 viaggi compiuti in un solo mese per un totale di circa 100 clandestini trasportati in altre nazioni e un profitto di circa 70 mila euro.
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