Gambizzata dal fratello perché porta la minigonna e si trucca
Top

Gambizzata dal fratello perché porta la minigonna e si trucca

E' successo in una famiglia italiana: c'entra ancora una volta la cultura possessiva e violenta sul corpo delle donne.

Marisa Putortì
Marisa Putortì
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Agosto 2016 - 18.22


ATF

Demetrio Putortì, 25 anni, ha sparato alla sorella Marisa, di 21 anni. Il motivo secondo quanto raccolta la ragazza in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera è la gelosia. Questa volta il possessivo non è dunque un fidanzato ma un familiare. Marisa, dalla stanza dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia dov’è ricoverata da pochi giorni, ha raccontato al cronista: “Mio fratello sembrava un diavolo. Mi ha puntato addosso il fucile e ha sparato. Sono caduta e ho chiuso gli occhi per il dolore”.

Ha raccontato che la controllava in modo ossessivo da quando il padre Carmelo era morto. Una vera e propria punizione per non aver eseguito i suoi ordini. Alla ragazza erano anche vietati certi capi d’abbigliamento, come la minigonna  “Era ormai da anni che non andavamo d’accordo. Neanche ci salutavamo più. A lui dava fastidio ogni cosa che facevo… Se mi truccavo o andavo in giro con la minigonna, se fumavo o mi fermavo in paese a parlare con uomini più grandi. Chissà cosa gli raccontavano di me i suoi amici”. I proiettili esplosi da quel fratello orco le hanno bucato la gamba e spezzato il femore destro. 

Leggi anche:  Calcio, arbitri e violenza: un trend che va invertito al più presto

Il ragazzo era geloso anche dello storico fidanzato della sorella, Massimo D’Ambrosi, 24 anni, padre del figlio di cinque anni di Marisa. Demetrio voleva che la ragazza lasciasse il suo compagno. Un “delitto d’onore” che prova che la violenza sulle donne ha mille sfaccettature e non coincide che la religione, il fondamentalismo e l’immigrazione come alcuni vorrebbero farci credere. “Non lo odio però, provo solo indifferenza”. Marisa vuole  che il fratello paghi per ciò che ha fatto. “Non ho vissuto l’adolescenza perché il destino e l’amore hanno voluto che diventassi improvvisamente grande. Non ho finito gli studi tecnici, e mi sono pentita. Ora però che grande sono diventata veramente, voglio vivere come vivono le mie coetanee. Lavorare, andare a ballare, avere un sacco di amici, ma anche uscire con il mio Carmelo ed essere fiera di lui. Tutto questo volevo fare. Voglio farlo, senza essere controllata”.

I militari dell’Arma stanno cercando di capire chi possa aver fornito il fucile con cui il ragazzo ha sparato alla sorella, fucile di cui si è subito disfatto e che ancora oggi risulta non essere stato trovato. I carabinieri stanno inoltre indagando sui rapporti tra Demetrio e la criminalità locale calabrese, seguendo una pista emersa dalle prime ricostruzioni.

Leggi anche:  Calcio, arbitri e violenza: un trend che va invertito al più presto

 

Native

Articoli correlati