Servono azioni concrete per aumentare la copertura di assistenza sanitaria per le persone con demenza in tutto il mondo: lo rileva il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016, realizzato da Alzheimer Disease International e scritto dai ricercatori del King College di Londra e la London School of Economics and Political Science. Il rapporto è stato diffuso oggi, alla vigilia della Giornata mondiale (21 settembre 2016).
Secondo il rapporto la demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo e questo numero triplicherà entro il 2050. Solo la metà di quelli che vivono nei paesi ad alto reddito e uno su dieci tra quelli nei paesi a basso e medio reddito hanno ricevuto finora una diagnosi. Ampliare la copertura di servizi per un crescente numero di persone è dunque un obiettivo a cui tendere, ma per gli osservatori esistono nodi critici da superare. Una “barriera” ad esempio è rappresentata dal fatto che la cura della demenza è fornita principalmente da medici specialisti: un maggiore coinvolgimento del personale non specializzato nelle cure primarie, secondo il rapporto, può soddisfare la crescente domanda di cura e abbassare il costo per persona del 40%.
“Il rapporto evidenzia quel che da tempo stiamo cercando di sperimentare nel nostro Paese – commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia -. Vanno potenziate e incrementate le cure che mirano al benessere della persona malata e dei suoi familiari. La medicina, la ricerca scientifica sono fondamentali, sia chiaro, ma non bastano: occorre un approccio olistico alle demenze e puntare alla cura complessiva della persona”.
Riprogettare i servizi di assistenza e renderli accessibili a tutti resta la priorità, visto che due terzi delle persone affette da demenza vivono nei paesi a basso reddito