di Marco Fiorletta
Nella vita ci sono molte tappe, una delle prime è quella dei dieci anni. Quanti di noi hanno detto: “Quando avrò dieci anni …” mettendo nella frase i piccoli sogni, le speranze che si confanno a quella età? Senza sforzo si può capire che i dieci anni non sono uguali per tutti e meno ancora per tutte. Eppure è in quella età che la nostra vita cambia, che ci si iniziano a confondere le aspettative da bambino/a con le richieste di una società che già ci vede alla soglia dell’adolescenza. Come cambia per una bambina? E che differenza c’è tra una bambina, “occidentale”, africana, asiatica o di un qualsiasi posto visto che ci ostiniamo a distinguerci per provenienza, fede, colore della pelle e sesso? Le aspettative sono le stesse? Sappiamo già che non è così, che tutti nasciamo allo stesso modo e fatti nella stessa maniera ma la nostra vita cambia secondo la latitudine e principalmente secondo l’economia e la cultura del paese dove veniamo al mondo. Per le bambine nascere in alcuni posti vuol dire vedere la propria condizione messa in dubbio e minacciata sin dalla tenera età, sempre per i condizionamenti di cui sopra ovvero cultura e ricchezza.
Eppure dovremmo aver capito che sono le bambine/i di oggi il nostro futuro e una delle grandi colpe che ci porteremo dietro sarà quello di non aver dato ai nostri figli e nipoti la possibilità di vivere in un mondo in pace e rispettoso dei diritti di ognuno/a, soprattutto delle bambine che diverranno le donne di domani, sapendo già che dovranno affrontare più difficoltà rispetto agli uomini per realizzarsi e realizzare ciò che desiderano. Questo perché ancora viviamo in un mondo di soprusi di genere e sessismo, a prescindere dalla latitudine, dalla condizione economica e dalla preparazione culturale. Nel 2015 si è raggiunto il più alto numero mai registrato di giovani, 1,8 miliardi e di questi ben 125 milioni hanno dieci anni. Le bambine sono 60 milioni. Di conseguenza abbiamo 60 milioni di giovanissime che già sanno che andranno incontro a difficoltà di ogni sorta, matrimoni combinati e gravidanze precoci, scarsa scolarizzazione, turismo sessuale, sfruttamento nel mondo del lavoro – per chi avrà la fortuna di trovarlo, stupri, femminicidi e altro ancora.
Il 20 ottobre, alle ore 11, presso la sala Stampa estera in via dell’Umiltà 83/c, l’AIDOS (Associazione italiana donne per lo sviluppo) e UNFPA (United Nations Population Fund) presenteranno il rapporto sullo Stato della popolazione nel mondo 2016, 10 anni Il nostro futuro dipende dalle bambine di questa età, che verterà “sul ruolo chiave di ragazze e bambine nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”. L’UNFPA si propone di seguire la vita di dieci bambine di diversi paesi per monitorare se le politiche decise con l’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi saranno state in grado di garantire quel cambiamento necessario, come riconosciuto da tutti i paesi firmatari, per raggiungere finalmente una effettiva parità di genere. Il Rapporto è presentato in contemporanea mondiale in oltre 100 città tra cui Londra, Parigi, Madrid, Ginevra, Stoccolma, Berlino, Washington, New York, Bangkok, Johannesburg, Città del Messico. Intervengono: Pietro Sebastiani, Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del MAECI; Mariarosa Cutillo, Chief of Strategic Partnerships UNFPA; Maria Grazia Panunzi, Presidente AIDOS; Sandra Zampa, Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Il dibattito sarà coordinato da Giampaolo Cadalanu, giornalista de la Repubblica.