Corruzione a Guidonia, la Guardia di Finanza perquisisce il Comune
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Corruzione a Guidonia, la Guardia di Finanza perquisisce il Comune

L’ennesima indagine sulla corruzione di politici e dirigenti a Guidonia: 50mila euro per lo scuolabus di Andrea Di Palma, Cardoni e Pucci

Guidonia, sede del Comune
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19 Ottobre 2016 - 19.05


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di Tommaso Verga

Per ore a chiedersi cosa stesse accadendo. Forti di due certezze. I sostituti procuratori Luigi Pacifici, Filippo Guerra e Andrea Calice al vertice dell’operazione, il Comune di Guidonia Montecelio sottosopra a causa di un rilevante numero di agenti della guardia di Finanza, sopralluogo che ha interessato anche abitazioni e uffici di personaggi politici e dirigenti del municipio. Sin dalle prime luci dell’alba. Iniziale mutismo sugli obiettivi della decisamente rilevante operazione. Ora se ne conoscono i motivi.

Torna agli onori delle cronache la “mazzetta”. Non insignificante: 50mila euro. Secondo il team che ha condotto le indagini, incassati da Andrea di Palma, plurititolato politico di Guidonia Montecelio, da assessore col sindaco Filippo Lippiello (centrosinistra), altrettanto con Eligio Rubeis, facente funzioni dopo l’arresto di quest’ultimo, intimo di Angelino Alfano ministro degli Interni. Che nonostante lo sconquasso conseguente e le forze dell’ordine quasi quotidianamente presenti in municipio trattava senza remore il “compenso”. Quello che polemizzando con hinterlandweb del 5 marzo, scrisse: “Il bello come dicevo è che tu rimarrai sempre Tommaso Verga ed io Andrea Di Palma”. Una distinzione perfetta. Inappuntabile. “Tu sei Andrea Di Palma”. Insieme con l’ex, i dirigenti Corrado Cardoni e Gilberto Pucci. Corruzione quindi, 50mila euro per l’assegnazione diretta dell’appalto del trasporto pubblico e dello scuolabus.

Sgomberato anche l’unico interrogativo di una qualche rilevanza: l’operazione odierna non è capitolo di una “vecchia” indagine, viceversa è stato inaugurato l’ennesimo faldone. D’altronde, il dato complessivo delle “cose giudiziarie” di Guidonia era racchiuso in cinque fascicoli (un numero che però eccede ormai per difetto), il “caso Collina del Sole” di Bartolomeo Terranova il più recente (variante urbanistica, incompatibilità nel poterne discutere e votare le relative delibere da parte dell’ex sindaco Eligio Rubeis, i terreni del “Consorzio Edilizio Inviolata” utilizzati per condurre le acque sporche del complesso edilizio al depuratore del Car). Un procedimento avviato dal sostituto Filippo Guerra allo stato di invio degli avvisi di garanzia.

Il più “antico”, si incentra sull’accusa di corruzione e concussione che è costata 15 mesi di custodia cautelare allo stesso Rubeis, ma che ha “figliato” un secondo procedimento che vede di nuovo in contraddittorio l’ex sindaco (unitamente al dirigente delle Finanze Gilberto Pucci) e il sostituto Pacifici. Se ne saprà di più il 22 novembre, data dell’udienza preliminare assegnata al giudice Alfredo M. Bonagura.

Però, dal quel “corpo”, si sarebbe potuto ricavare un terzo fascicolo. Contrassegnato da telefonate intercettate e non utilizzate nel corso del processo-Rubeis uno e neanche rese pubbliche. La parte già nota: i posti di lavoro… Marco risponde a Rubeis: “no, per il momento no, quando rientriamo dopo le vacanze vediamo se c’abbiamo qualche esigenza particolare”. La regolarizzazione di alcune difformità edilizie al “Tiburtino” preoccupa Tiberi, il direttore, così come i controlli d’una vigilessa al centro commerciale: “mo glie famo l’ufficio là” dice a Rubeis.

Ma c’era già in quel dossier un “capitolo Di Palma”, tenuto rigorosamente sotto chiave ma carpito dai cronisti. Condito dal pesantissimo giudizio che si scambiano i dirigenti del centro commerciale: “quello è peggio di Rubeis”. Una parte della vicenda che non è mai entrata nel dibattimento ma non si esclude oggetto di un approfondimento.

Si vedranno gli sviluppi. In attesa, davanti a un caffé. Probabilità: a più d’uno. Meglio così, occorre tempo per calcolare quante bustine occorrono per renderlo dolce.

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