Garlasco, il fratello di Chiara: " Io e Andrea andavamo spesso nella sua stanza"
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Garlasco, il fratello di Chiara: " Io e Andrea andavamo spesso nella sua stanza"

I verbali del fratello della ragazza uccisa smentiscono la famiglia Poggi. Nelle scorse settimane avevano dichiarato che Andrea Sempio, nuovo indagato, non era mai entrato in casa.

Chiara Poggi
Chiara Poggi
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6 Gennaio 2017 - 12.22


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Una nuova serie di indizi stanno emergendo attorno all’inchiesta sulla morte di Chiara Poggi che vede iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello il cui dnd è stato individuato dal genetista della difesa di Alberto Stasi, in carcere per scontare 16 anni per l’omicidio di Garlasco. Oltre alle telefonate fatte al fisso di casa Poggi quella mattina, si aggiungono i verbali degli interrogatori a cui fu sottoposto durante le indagini il fratello della vittima, Marco, amico di Sempio. “Tra la primavera e l’estate del 2007 – aveva dichiarato – io e Sempio rimanevamo nella saletta della tv al piano terra o salivamo al primo piano all’interno della camera da letto di Chiara per utilizzare il suo computer”. Queste vecchie dichiarazioni, dunque, smentiscono i Poggi che all’inizio di questo caso avevano affermato che il nuovo indagato non era mai entrato in casa.

Le anomalie – Il nuovo indagato, dunque, frequentava la villetta di via Pascoli, anche se, interrogato a suo tempo dai carabinieri, escludeva con fermezza di conoscere Chiara. Con il fratello della vittima e un terzo amico, invece, Sempio era solito passare del tempo anche all’interno della stanza della ragazza per usarne il pc. Infine, tra le anomalie finora riscontrate, anche lo scontrino di un parcheggio a Vigevano risalente alla mattina del 13 agosto 2007, giorno del delitto, che Sempio conservò intatto e consegnò spontaneamente agli investigatori un anno e due mesi dopo la morte di Chiara per provare la sua assenza da Garlasco, anche se le analisi sul cellulare lo posizionavano nel paese.

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Le nuove indagini – È la mamma di Alberto Stasi a chiedere a gran voce “fate in fretta” alla luce di quanto emerso nelle ultime settimane. A occuparsi del delitto di Garlasco è ora la Procura di Pavia che insieme a quella di Brescia ha ricevuto dalla procura generale di Milano il via libera a riaprire il caso ed eventualmente procedere.

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