L’ultimo crollo ad Amatrice di oggi, 18 dicembre 2017, dopo tre violente scosse in mattinata è di quelli che fanno male. Perché oggi a venir giù è un simbolo, ovvero quella torre campanaria della chiesa di Sant’Agostino di Amatrice, in cui si è identificata per mesi – dal 24 agosto 2016, giorno in cui è iniziato il calvario di questa terra – la popolazione. Chiunque, guardando il campanile gravemente lesionato, ma rimasto fino ad oggi in piedi, aveva trovato la forza di andare avanti: era quello il simbolo tangibile di una popolazione che non si arrende.
“Non so se abbiamo fatto qualcosa di male, me lo chiedo da ieri, due metri di neve e ora pure il terremoto”, ha detto Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice al Tg1. Pirozzi ha poi lanciato un altro appello perché arrivino presto le turbine per ripulire le strade, rendendole percorribili. Alcune famiglie, infatti, sono bloccate per la neve. “L’emergenza non è il terremoto, né i danni in zona rossa – ha detto – bensì la neve. Abbiamo urgente bisogno di turbine, non bastano gli spazzaneve. Abbiamo frazioni isolate con due metri di neve”.