«Ho lanciato l’allarme, ma non mi credevano», queste sono le parole di Quintino Marcella, il datore di lavoro di uno dei sopravvissuti dell’albergo Rigopiano di Frindola.
Il titolare di un ristorante a Silvi ha spiegato di aver ricevuto una telefonata da Giampiero Parete: «Ho ricevuto una telefonata dal mio cuoco tramite Whatsapp che era lì in vacanza con la moglie e i bambini di 6 e 8 anni. Mi ha detto: è venuta una valanga l’albergo non c’è più, sparito, sepolto. Noi siamo in due, qua fuori, chiama i soccorsi, chiama tutti».
L’uomo ha quindi chiamato la polizia riuscendo a contattare il centro di coordinamento della prefettura. «La signora mi risponde in maniera “particolare”: “Guardi ho chiamato due ore fa l’albergo ed era tutto a posto”». Quintino ha cercato di far capire che il suo cuoco non stava scherzando, ma «lei non ha voluto prendere sul serio la mia versione». «Ho chiamato tutti 118, 112, 115… ho impazzito il mondo».
I soccorsi sono quindi scattati tardi, solo alle 20.00. «Dopo mi hanno creduto. Mi hanno fatto le domande. Io sentivo il mio amico via messaggi…continuava a dire aiuto e che “gli altri sono tutti morti”».
Quintino Marcella ha spiegato anche che «tutti gli altri ospiti dell’albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l’arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via».
Il sopravvissuto, Giampiero Parete, è ora ricoverato e spera di riabbracciare moglie e figli, rimasti sotto le macerie. Sarebbero state 35 le persone presenti all’interno dell’Hotel, due si sono salvate, mentre sono stati già estratti tre corpi privi di vita.