Prescritto processo per stupro: quando a violentare è lo Stato
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Prescritto processo per stupro: quando a violentare è lo Stato

Una bambina, che oggi ha 27 anni, violentata quando ne aveva soltanto sette dal convivente della madre, non avrà giustizia.

Violenza
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

21 Febbraio 2017 - 12.57


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Oggi è un giorno molto triste. Ieri è stata fatta una violenza terribile a tutte le donne. E soprattutto a quelle che hanno subito una violenza sessuale. In questo Paese denunciare il tuo violentatore e affrontare un processo per stupro è un’odissea terribile, feroce quanto la violenza stessa. 

Una bambina, che oggi ha 27 anni, violentata quando ne aveva soltanto sette dal convivente della madre, non avrà giustizia. La piccola, trovata per strada, era stata portata in ospedale, dove le avevano riscontrato traumi da abusi e addirittura infezioni sessualmente trasmesse. Da Alessandria gli atti rimbalzano a Torino per il secondo grado, ma passano nove anni per fissare il processo. L’udienza di questi giorni è stata fissata soltanto nel 2016, quando il presidente della Corte d’Appello, allarmato per la lentezza di troppi procedimenti, li ha redistribuiti. Ma la prescrizione era ormai già intervenuta.

“Questo è un caso in cui bisogna chiedere scusa al popolo italiano”. Con queste parole, la giudice della Corte d’Appello Paola Dezani, ieri mattina, ha emesso la sentenza più difficile da pronunciare. Ha dovuto prosciogliere il violentatore di una bambina. 

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Viene da dire una bestemmia: ma non vale la pena denunciare uno stupro in Italia. E’ troppo umiliante farsi visitare. Vieni trattata come se fossi una bugiarda. Devi farti perquisire dentro le mutante per trovare le tracce di chi ha invaso la tua persona, cancellato la tua dignità, imposto la sua carne dentro la tua. E’ troppo umiante il processo dove ti viene chiesto come eri vestita, perché hai incontrato quell’uomo, perché eri in strada a quell’ora, perché eri sola. Perché ti sei fidata è ad esempio la domanda più cattiva che ti possono fare. E’ umiliante quel senso di colpa che ti viene imposto. E’ umiliante lo sguardo di medici, tanti che ti guardano dove non vorresti più guardarti. E’ umiliante l’interrogatorio dell’avvocato della difesa. 

Ovviamente il mio grido di rabbia è solo una provocazione. E’ necessario portare in tribunale chi ha tentato di rovinarti la vita, ma va  detto una volta per tutte che una persona non può subire tutto questo. Che lo Stato non può stuprarti per la seconda volta. La vittima deve essere protetta, creduta e ascoltata. 

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Ed è sciocco doverlo dire: ma non ci può essere prescrizione per una violenza sessuale. Perché non arriverà mai il giorno in cui dimentichi. Lo stupro è un crimine contro l’umanità. E il responsabile deve pagare sempre il suo conto con la giustizia.  

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