Grillo spariglia le carte: sì allo stadio ma non a Tor di Valle
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Grillo spariglia le carte: sì allo stadio ma non a Tor di Valle

Il padre-padrone del M5s dopo la visita in Campidoglio: meglio farlo in una zona che non esonda

Grillo in Campidoglio
Grillo in Campidoglio
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22 Febbraio 2017 - 21.07


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Inutile leggere tra le righe. L’unica scelta è quella di aspettare e vedere cosa accadrà sullo stadio della Roma: “Nessuno dice di no: c’è una discussione sulla collocazione che attualmente è prevista in una zona a rischio idrogeologico. Si discute solo su dove farlo, magari in una zona non a rischio”.
 Lo ha detto Beppe Grillo, dopo l’incontro con i consiglieri M5s in Campidoglio, in una dichiarazione sul nuovo stadio dell’As Roma trasmessa dal Tg2. “Nessuno dice di no, diciamo di sì, ma in una parte che non sia quella” di Tor di Valle, ha spiegato Grillo che ha ribadito: “E’ meglio farlo in una zona che non esonda”.
Pallotta: il no atto stadio sarebbe una catastrofe. “Ci aspettiamo un esito decisamente positivo dall’incontro in programma venerdì. In caso contrario, sarebbe una catastrofe per il futuro dell’As Roma, del calcio italiano, della città di Roma e francamente per i futuri investimenti in Italia”. Lo ha scritto su twitter il presidente della Roma, James Pallotta, in vista dell’incontro di venerdì sullo stadio della Roma.
La società costruttrice: non ipotizzabile un sito alternativo a Tor di Valle. Dopo cinque anni di lavori su un progetto in stato avanzato di approvazione nel rispetto di leggi, regolamenti e delibere, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo a Tor Di Valle”. E’ la posizione dei proponenti del progetto dello stadio della Roma.
“L’area -sottolineano- è sicura dal punto di vista idrogeologico e anzi il progetto, con investimenti totalmente a carico dei privati, va a sanare il rischio idrogeologico presente nel quartiere limitrofo di Decima, ben al di fuori del sito dove verrà progettato lo Stadio e dove abitano oltre 10mila romani”.
I consiglieri M5s contro il progetto Tor di Valle Non è ancora stata presa una decisione sul progetto dello stadio della Roma e al momento restano in campo diverse ipotesi. Dall’annullamento a una “rimodulazione” della delibera Marino, sono diverse le soluzioni su cui si ragiona in queste ore per uscire dall’impasse. Mentre si attende un nuovo parere dell’Avvocatura capitolina e la pronuncia del Dipartimento Urbanistica, c’è chi nella maggioranza pentastellata sembra possibilista su una presunta dichiarazione di illegittimità della delibera di Marino e non esclude in quel caso l’ipotesi che il progetto possa essere, qualora si arrivasse alla decadenza della conferenza dei servizi, rivisto in toto.
A partire dalla location. Se la maggioranza si dice compatta sulla volontà di fare lo stadio, l’obiettivo resta scongiurare “la colata di cemento” e per farlo non viene escluso che un nuovo progetto, ritenuto più in sintonia con la maggior parte dei consiglieri, potrebbe portare a individuare un’area di proprietà comunale.
D’altra parte anche Beppe Grillo oggi ha ribadito che si tratta di “un’opera da un milione di metri cubi dove lo stadio rappresenta il 15 per cento e l’85 per cento sono altre cose, poi vedremo”. Intanto venerdì prossimo si terrà un nuovo incontro tra il Campidoglio e i proponenti del progetto dello stadio della Roma, dopo che il vertice inizialmente fissato per oggi è slittato su richiesta del Comune.

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