Il razzismo non è una malattia di questo periodo. Il razzismo c’è sempre stato. Negli stadi di mezza Europa i “buu” e altre amenità (come il lancio di banane) verso giocatori dalla pelle scura non si contano.
Diciamo però che si sono stati periodi in cui i razzisti erano più isolati e un po’ ci si vergognava di tali comportamenti.
Ora non è così. Da qualche anno il mondo e, per quel che ci riguarda, l’Europa e l’Italia sono attraversati da un vento di intolleranza, di xenofobia, razzismo e di odio senza eguali. Per tante e differenti cause che messe insieme rischiano di creare un mix esplosivo.
C’è un vento di destra alimentato dai flussi migratori di cui tutti dicono tutto il male possibile, senza però interrogarsi sulle cause ultime di guerra e povertà da cui i disperati scappano; c’è la crisi economica che ha fatto risvegliare nella gente comune pulsioni da lupi affamati, con il paradosso di deviare l’odio sociale verso i più poveri dei poveri e alimentare simpatie reazionarie che, alla fine, favoriscono le classi dominanti e portano – come negli Stati Uniti – al potere un miliardario xenofobo che ha fatto dell’affarismo e della speculazione (a danno dei più deboli, s’intende) la sua ragione di vita.
E poi c’è la bella e sana ignoranza che alimenta i pregiudizi. Oggi ancor di più sdoganata culturalmente e eticamente in questo clima di caccia allo straniero e al diverso.
Esiste dunque il rischio di un riflusso da fascismo culturale che è il nocciolo degli anni della crisi, periodo nel quale i ricchi sono sempre diventati più ricchi e i poveri più poveri, ma la colpa è solo dei ‘negri’, degli immigrati e degli emarginati. Solo Papa Francesco – attaccato perfino da dentro la Chiesa – è l’unico a denunciare le storture del sistema capitalistico imperante. Gli altri si accontentano di prendersela con le persone di colore, che viene più facile.
La verità è che l’episodio di Torino, come tanti altri quotidiani episodi che magari passano sotto silenzio, è solo la spia di come il degrato etico e culturale stia diventando il miglior alleato degli sfruttatori. Mai come in questo periodo storico il razzismo è il miglior strumento che gli sfruttatori hanno per poter continuare a sfruttare, ad arricchirsi, a sventrare il territorio, appropriarsi dei beni comuni dirottando il rancore verso i capri espiatori di turno, ossia i reietti del mondo.
Non è più solo questione di avere una coscienza civile. Che già sarebbe molto. Ma bisogna capire che la lotta andrebbe spostata alle radici di un sistema che genera povertà e ingiustizie per una parte del mondo e grandi ricchezze e arbitrio per pochi dall’altra. Altro che fine delle ideologie. Altro che fine di destra e di sinistra.
Il razzismo? L'alibi dei potenti per sfruttare meglio poveri e diseredati
C'è un sistema capitalistico che arricchisce i ricchi. Ma è facile dare la colpa solo ai migranti
Gianni Cipriani Modifica articolo
13 Marzo 2017 - 17.53
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