Dopo il caso di Antonio Forchione, metalmeccanico di 55 anni licenziato dalla Oerlikon Graziano di Rivoli (Torino) otto mesi dopo aver subito un trapianto di fegato, dalla stessa azienda arriva un caso analogo: Massimo Paparella, operaio nella sede di Bari, al rientro al lavoro dopo un intervento cardiaco ha ricevuto una lettera di licenziamento per “sopravvenuta inidoneità fisica”.
Come era già successo lo scorso febbraio con l’operaio di Torino, anche questa volta i lavoratori della Oerlikon Graziano di Bari sciopereranno per quattro ore in solidarietà con il collega Massimo Paparella. Lo sciopero, organizzato per il prossimo lunedì 20 marzo, è proclamato dalla Fiom di Bari che sottolinea come, in realtà, l’operaio che ha ricevuto la lettera di licenziamento dopo l’intervento chirurgico, sia “lo stesso lavoratore che aveva denunciato le immotivate e ingiustificate regole delle pause collettive imposte dalla multinazionale svizzera”.
Per la Fiom, il licenziamento di Massimo Paparella costituisce “l’ennesimo atto unilaterale e di barbarie delle corrette relazioni industriali consumatosi nella Oerlikon Graziano, l’epilogo di un corso di azioni e scelte brutali, improntate a fare azienda sulla pelle dei lavoratori”.
I sindacati si erano mossi anche nel caso di Antonio Forchione che, dopo essere stato licenziato, aveva deciso di fare causa all’azienda per ottenere un risarcimento. Dopo il clamore mediatico e vari incontri tra le rappresentanze della fabbrica e le organizzazioni sindacali, la direzione della Oerlikon Graziano di Rivoli aveva revocato il provvedimento offrendo all’operaio il reintegro o, in alternativa, la buonuscita.