Palermo, un fiume di cocaina: tanti i professionisti che ne fanno uso
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Palermo, un fiume di cocaina: tanti i professionisti che ne fanno uso

Dai magistrati ai commercianti tra gli assuntori. In settecento sono incappati nelle ultime indagini sui traffici di droga.

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27 Marzo 2017 - 18.39


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I mille, quelli uniti da una lunga striscia bianca. Quelli emersi dalla recente operazione antidroga. Un traffico gestito in prima linea dalle cosche di Resuttana, Porta Nuova e Brancaccio che ha ritrovato nuova linfa nella Palermo della media borghesia. I profili dei consumatori hanno scosso gli stessi ordini professionali che si sono rivolti alla Procura per capire contro chi avviare le dovute procedure disciplinari.

Perché se un medico sniffa puntualmente prima di entrare in sala operatoria, questo contrasta con l’etica professionale. E questo è uno dei casi emersi dalle indagini. La galleria dei ritratti è enorme. C’è un ristoratore che prepara catering, c’è l’ avvocato che si fa una pista per essere più “convincente” durante l’arringa. Poi, il chirurgo, appunto, che sniffa prima di entrare in sala operatoria. Quindi un magistrato, quello che ha mostrato il tesserino ai poliziotti che fermavano il suo spacciatore abituale; e c’è anche un poliziotto. Per tutti quanti, la cocaina è diventata una vera ossessione. Si tira a casa e al lavoro. La polvere bianca non manca, a inondare Palermo ci pensa la mafia e la sua rete di efficienti spacciatori h24. Un fenomeno inquietante che – come scrive Repubblica nelle pagine regionali – ha spinto alcuni ordini professionali a intervenire con provvedimenti per gli iscritti che incappano nelle inchieste.
Francesco Greco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, ha già aperto sette fascicoli amministrativi sugli iscritti finiti nelle intercettazioni che il 14 febbraio hanno portato all’arresto di cinque spacciatori: “Abbiamo chiesto l’accesso agli atti — dice — e abbiamo deciso di dare un segnale forte. L’uso della cocaina è trasversale a tutte le categorie. Ma è un fatto grave che un componente della giurisdizione vada ad alimentare un traffico illecito. E poi c’è l’aspetto del decoro della professione: chi è garante dei diritti deve mantenere un atteggiamento irreprensibile in tutti contesti”.
Si muove anche l’Ordine dei Medici di Palermo, chiede i nomi degli iscritti coinvolti nelle inchieste: “Abbiamo chiesto alla procura i dati — dice il vicepresidente Giovanni Merlino — ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Se arriverà, attiveremo la procedura disciplinare. Naturalmente bisogna capire se l’uso è privato o nell’esercizio delle proprie funzioni. Ma il codice deontologico dei medici prevede di mantenere comportamenti irreprensibili anche nella sfera privata”. Le sanzioni vanno dalla semplice sospensione alla radiazione.
Tra i mille di Palermo, gente danarosa. Del resto, una dose costa circa 50 euro, la disponibilità economica è uno dei requisiti fondamentali. Tanti i commercianti caduti nella rete.
“La cosa drammatica — dice a Repubblica Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo — è che una persona che dirige un’impresa, paga le tasse e rispetta le regole vada poi a finanziare un business illecito. Abbiamo attivato uno sportello di ascolto, Sos imprese, in collaborazione con l’Ordine degli psicologi, per gli imprenditori che patiscono gli effetti della crisi, ma può essere uno strumento anche per chi finisce nella rete delle droghe”.

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