Il ritorno in ufficio, dopo la Pasqua, è stato da choc per i magistrati della procura di Caltanissetta. Qualcuno era entrato nella stanza del procuratore aggiunto Lia Sava, uno dei vice del procuratore capo Amedeo Bertone. Un segnale eclatante, un’azione inquietante, che ha voluto dire “Noi sappiamo…noi possiamo…”. Il computer del magistrato acceso, alcune piante scaraventate per terra. Quanto bastava per mandare un messaggio che, legato alla videosorveglianza ko rende il clima pesante.
E cosa ancora più grave: quando la Scientifica ha chiesto le immagini delle telecamere a sorveglianza degli ingressi della Procura, la risposta è stata:”Non funzionano…”. Quindi, la polizia non sapeva quello che con ogni probabilità ben sapevano gli autori dell’incursione notturna negli uffici giudiziari più delicati della Sicilia, la procura di Caltanissetta. Si, perché il ritorno in ufficio, dopo la Pasqua, è stato da choc per i magistrati della procura di Caltanissetta.
Incursione anche nell’ufficio del sostituto procuratore Stefano Luciani, che con Lia Sava coordina le indagini sul leader di Confindustria, Antonello Montante, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Si respira, dunque, un clima di preoccupazione in Procura. In questo ufficio vengono condotte indagini delicatissime, sui possibili complici esterni di Cosa nostra nelle stragi Falcone e Borsellino, ma anche sulla gestione dei beni confiscati. Un presidio di magistrati in prima linea che però non sembra essere protetto a dovere all’interno del palazzo di giustizia.
Come detto,i poliziotti della Scientifica hanno chiesto le immagini delle telecamere che dovrebbero sorvegliare gli ingressi della procura. Ma quelle telecamere nuovissime non funzionano. Più che una beffa.
Il procuratore Bertone, l’aggiunto Gabriele Paci e il sostituto procuratore Pasquale Pacifico stanno svolgendo i primi atti urgenti d’indagine. Del nuovo inquietante giallo si occuperanno i magistrati della procura di Catania, competenti per territorio.