Succede anche questo in Veneto, terra a forte trazione leghista. Succede che qualcuno dice no alla retorica xenofoba e alla politica della paura dell’altro. Succede che a farlo sia un dipendente comunale. Ma succede che il sindaco ti punisce per questo.
Eppure l’Italia è ancora uno Stato di Diritto dove le libertà dovrebbero essere garanite. Anche quella di manifestare le proprie idee.
La storia. Il dipendente avava partecipato a Venezia ad una manifestazione a cui hanno partecipato migliaia di persone, a favore dell’accoglienza dei rifugiati. Il sindaco della sua cittadina ha deciso di avviare una procedura per aver arrecato un danno all’amministrazione locale.
L’episodio è accaduto a Recoaro in provincia di Vicenza e risale ad alcune settimane fa. La Cgil Funzione Pubblica ha fatto ricorso, ma il sindaco Giovanni Ceola e la giunta di centrodestra hanno risposto con una nota che spiega che, posta la libertà di manifestare il proprio pensiero garantita dalla Costituzione, i dipendenti comunali sono “invitati ad astenersi riguardo a temi che vedono l’amministrazione già impegnata in via istituzionale”
La sanzione in realtà è partita solo dopo che il 19 marzo il dipendente comunale ha postato su Facebook una sua foto mentre reggeva lo striscione “Recoaro Accoglie” alla manifestazione veneziana. Il 22 aprile a Pontida – luogo simbolo della Lega Nord – ci sarà una nuova manifestazione per l’accoglienza dei migranti. “andrò – annuncia il dipendente -. Vediamo chi si stanca prima”.
Il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana-Possibile Giulio Marcon, Nicola Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana e Pippo Civati leader di Possibile fanno sapere che sul caso presenteranno un’interrogazione parlamentare al governo.
Una sanzione punitiva – proseguono i parlamentari della Sinistra – assolutamente infondata, peraltro preannunciata dal sindaco nel corso di un’assemblea pubblica promossa da un comitato contro i profughi.
E bene ha fatto il dipendente comunale, oggetto anche di minacce, a rivolgersi alle organizzazioni sindacali e a contestare tale punizione.
Un evidente abuso di potere da parte del sindaco che non può non avere conseguenze.
Nei prossimi giorni – concludono Marcon, Fratoianni e Civati – porteremo il caso in Parlamento perche’ vogliamo sapere cosa hanno fatto o cosa intendano fare il ministero del Lavoro e il dipartimento della Pubblica Amministrazione e quali azioni urgenti il prefetto di Vicenza abbia attivato per risolvere una vicenda surreale, e al limite della decenza non solo istituzionale.