Questa è la lettera che ho fatto recapitare ad Antonio Pinna per tramite di Antonio Pinna Junior. Mi accorgo solo ora che è datata 25 aprile. Le date sono importanti. Come quella di oggi, primo luglio del 2017.
Caro Antonio Pinna,
mi fa una strana impressione scrivere questo nome che oggi ti appartiene a tanti anni di distanza dalla scomparsa di tuo zio. È un’impressione molto positiva perché tu sei giovane e la tua vita sarà molto, molto diversa da quella di tuo zio.
Consentimi di darti del tu, se non altro per motivi d’età, e lascia che mi presenti. Mi chiamo David Grieco e sono l’autore della “Macchinazione”, un libro e un film che ho
dedicato a un uomo che è stato come un padre per me, ma anche per Silvio Parrello e per tuo zio Antonio Pinna.
Quasi tre anni fa, quando ho girato il film, neppure conoscevo Silvio. Ma giorni fa è stato lui a dirmi di averti incontrato ed è stato sinceramente felice di sapere che tuo zio è ancora vivo. È stato felice anche di apprendere che tuo zio non era al volante dell’auto che ha ucciso Pier Paolo Pasolini. Ma Silvio non aveva dubbi, non ne ha mai avuti, e ha sempre detto, anche pubblicamente, di non ritenere che tuo zio avrebbe potuto fare un cosa del genere. Antonio Pinna era un “malvivente”, come si usa dire, ma tutti coloro che lo hanno conosciuto concordano sul fatto che certamente non era un assassino.
Anch’io ho sempre pensato la stessa cosa. Se hai visto il film “La Macchinazione”, avrai notato che Antonio Pinna non sa e non capisce cosa sta accadendo quella notte all’Idroscalo e viene letteralmente obbligato a mettersi al volante per passare sopra il corpo di Pasolini.
Purtroppo, la potenza del cinema può far sì che molti oggi si siano fatti l’idea che fu Antonio Pinna ad uccidere materialmente Pasolini. Ma quando tutti fanno di tutto per nascondere la verità, le bugie si sommano alle bugie e si finisce per non capire più niente. È esattamente questo, del resto, ciò che hanno sempre voluto i mandanti del Delitto Pasolini.
Questa verità è importante, anche 42 anni dopo, sempre più importante. Perché se voi, che siete molto più giovani di noi, non riuscirete a stabilirla una volta per tutte, il nostro paese non avrà più alcuna prospettiva futura. Non parlo soltanto della verità sulla morte di Pasolini. Parlo di tutto ciò che è accaduto in quegli anni in Italia, perché il Delitto Pasolini e’ solo un pezzo fondamentale di un grande mosaico di intrighi e delitti che ci hanno reso orfani della nostra Storia.
Apprezzo molto la sincerità dei racconti che hai fatto a Silvio. Mi sono chiesto come mai ti sei fatto vivo con lui ma non ci ho visto niente di strano, e non penso ad intrighi di alcun genere. Trovo anzi molto bello che un giovane, o forse un’intera famiglia, voglia riscattare la reputazione di un uomo che ha fatto certamente una vita sbagliata, ma che non ha mai ammazzato nessuno e che ha sicuramente sofferto non poco a stare nascosto per tutti questi anni.
Con altrettanta sincerità, ti voglio dire che tu e la tua famiglia potete fare ancora molto, molto più di chiunque altro, per rendere giustizia a Pasolini come ad Antonio Pinna.
Come forse sai, esistono forti possibilità che il processo per la morte di Pasolini si riapra nelle prossime settimane. Tutti i reati commessi in quegli anni sono ormai prescritti da tempo. Se come tutti pensiamo Antonio Pinna non ha materialmente ucciso Pier Paolo Pasolini lui stesso può raccontare com’è andata e ci troverà tutti al suo fianco.
Basterebbe una lettera, oppure un racconto in video fatto con un qualsiasi telefono cellulare. E non servirebbe nemmeno rivelare la sua attuale identità, non servirebbe tornare in Italia.
Mi rendo conto che occorre una buona dose di coraggio per uscire allo scoperto. Ma tuo zio se non sbaglio ha ormai 75 anni, e ho imparato invecchiando che quando ci si avvicina al traguardo ci si preoccupa soprattutto di cosa si lascerà quando si dovrà togliere il disturbo.
Credo che tuo zio possa avere questa sensibilità in questo preciso momento della sua vita. E mi dispiacerebbe che Antonio Pinna passasse alla Storia come l’assassino di Pasolini solo per un film, che resta pur sempre soltanto un film.
Un caro saluto
David Grieco
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