Da Dakar ad Agrigento, storia di Mareme: chef regina del cous cous
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Da Dakar ad Agrigento, storia di Mareme: chef regina del cous cous

Ad Agrigento è arrivata dieci anni fa. I primi anni difficili, come per tutti quelli che si lasciano alle spalle il Sud del mondo. Ecco il suo racconto

Mareme Cisse
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18 Settembre 2017 - 08.08


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“Sono arrivata in questa città più di dieci anni fa, i miei 4 figli sono nati e cresciuti qui, vanno bene a scuola ed hanno tanta fiducia nel loro futuro. La cosa che più mi preme sono i miei figli, il loro futuro”. Mareme Cisse parla guardando oltre la vetrata del ristorante dove lavora come chef.

Ad Agrigento è arrivata dieci anni fa. I primi anni difficili, come per tutti quelli che si lasciano alle spalle il Sud del mondo.

Da Dakar in Sicilia. E dopo dieci anni, nel bilancio di Mareme, i suoi quattro splendidi figli nati in Italia e un bel lavoro creativo, frutto di una esperienza unica: una cooperativa, Al Kharub che è il cuore di un ristorante della vecchia Girgenti, che nel logo invita a tavola con la sua filosofia innovativa, “Ginger people&food”. Tutti i colori, i sapori e i profumi del mondo, laboratorio che si arricchisce degli incontri. Incontri in cucina, in Sicilia, regione che nel DNA ha un permanente melange. Mareme adesso è attesa da una grande sfida. Manca oramai veramente pochissimo all’avvio del Campionato del Mondo di Couscous che si terrà a San Vito Lo Capo. Già mercoledì gli chef dei 10 Paesi in gara faranno il briefing preliminare. La sera, l’inaugurazione in piazza. Si inizia giovedì mattina con la prima delle 5 eliminatorie secche.Mareme Cisse, senegalese, porterà a San Vito Lo Capo un pò del suo Paese, un po’ della sua nuova città.

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“Non posso nascondere una certa emozione e tensione . dice Mareme – So che anche quest’anno dovrò incontrare bravissimi chef provenienti da tutto il mondo. Ed io vorrei fare ancora meglio della mia ultima partecipazione. So che sarà dura…” “La mia esperienza come socia della coop. Al Kharub e chef del “Ginger” da noi gestito è stata fondamentale – racconta Mareme – La ricerca e la sperimentazione di una cucina originale che prende da differenti tradizioni gastronomiche, quella del mio Paese e quella siciliana, passando attraverso una attenta selezione dei prodotti del territorio, rappresenta per me un percorso di grande passione, impegno e soddisfazione”.Oltre la vetrata della cucina di Mareme si vede la Valle dei Templi, più giù il Mediterraneo che ha attraversato per arrivare. Mareme sente l’eco della crescente intolleranza, sente le parole aspre e gonfie di cattiveria di chi soffia sul fuoco: “Quando qualche anno fa abbiamo deciso di avviare questo progetto – ricorda Mareme – sentivamo la necessità di fare qualcosa che potesse avvicinare le culture, le storie di tante persone che si trovano a convivere in un territorio con molti problemi ma con grandi potenzialità di crescita.

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La diffidenza e l’intolleranza sono frutto della non conoscenza – aggiunge – Oggi, purtroppo, assistiamo ad un crescente rifiuto degli altri, reazioni alimentate da politiche che vogliono raccogliere consensi puntando sulla paura. Temi xenofobi – sottolinea Mareme che condivide anche le preoccupazioni di questa sua nuova terra – temi che allontanano l’attenzione della gente dai veri problemi che impediscono a questa terra di crescere. È un momento difficile per chi arriva fuggendo da situazioni dolorose ma anche per i siciliani, che stanno attraversando un momento di grande crisi. E c’è sempre chi ne approfitta, sulla pelle delle persone più fragili…”Da dieci anni italiana e siciliana. “Qui ho scoperto una città dove ho trovato tantissime belle persone che mi hanno accolta”, dice Mareme “Tanta gente che mi ha aiutata nei momenti difficili, amici che mai avrei immaginato di potere avere. È bello essere riconosciuta per strada, salutata e, perché no, rispettata come persona – dice, sorridendo – anche se a volte, soprattutto negli uffici c’è ancora una scarsa considerazione perché straniera…Ma so che questo è un problema anche per gli agrigentini….” e sorride ancora, guardando i suoi compagni di lavoro, gli amici che con lei condividono questa bella avventura. Mareme mostra una foto con i suoi 4 figli:” La cosa che più mi preme…Grazie a Dio ho un lavoro che mi piace, anche se faticoso, ho una casa e, soprattutto tanti amici intorno che mi danno tanto affetto, mi aiutano molto e mi sostengono nei momenti più duri”.

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