“Per qualcuno una provocazione, per noi solo un ragazzo”. Con questo striscione i tifosi della Gradinata Sud della Sampdoria, oggi in campo contro la Spal al Ferraris, hanno voluto ricordare Federico Aldrovandi, il giovane ferrarese morto nel 2005 e per il quale sono stati condannati quattro poliziotti per eccesso colposo nell’uso delle armi.
Accanto allo striscione è stata esposta anche un’immagine gigante di Aldrovandi e dal settore ospiti, presenti oltre un migliaio di tifosi arrivati da Ferrara, il gesto è stato salutato con un lungo applauso.
“Quanto male ancora dovrò sopportare nel vedere soffocare un briciolo d’amore?”. Se lo chiede, con un lungo post su Facebook, Lino Aldrovandi, padre di Federico che, dopo l’omaggio dei tifosi della Sampdoria, ha commentato i casi di multe e divieti che hanno accompagnato analoghe iniziative in memoria del figlio, ucciso nel 2005 a Ferrara durante un controllo di polizia. “Spiace veramente assistere a ciò – ha detto pubblicando l’immagine di un verbale fatto il 16 dicembre in occasione di Torino-Napoli – quando poi nel pensiero delle persone e di quei ragazzi non vi erano proclami particolari, o atti di odio verso ad alcuno e nemmeno la benché minima violenza, ma solo un’immagine di un ragazzo. Una ferita questa, che per me ogni volta si riapre in tutta la sua cruda realtà” Lino Aldrovandi ricorda anche il suo incontro con l’ex capo della polizia Antonio Manganelli. “In quell’ora di colloquio – ha scritto – capii tante cose, anche positive. Era venuto per incontrare la mia famiglia e per chiederci scusa a nome della Polizia di Stato. Se fosse ancora in vita, sono fermamente convinto che oggi quell’immagine di Federico non gli darebbe nessun fastidio, anzi l’approverebbe. Ma la differenza a volte la fanno gli uomini”