La storia di Jessica: cercava solo pace e invece ha trovato un assassino
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La storia di Jessica: cercava solo pace e invece ha trovato un assassino

Era arrivata una decina di giorni fa da una comunità per ragazze madri, dopo avere partorito un bimbo che aveva deciso di dare in adozione.

Jessica e Alessandro Garlaschi
Jessica e Alessandro Garlaschi
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8 Febbraio 2018 - 08.40


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Uccisa a coltellate dall’uomo che aveva appena respinto. Ci sarebbe un rifiuto dietro l’omicidio di Jessica Valentina Faoro, la 19enne morta ieri mattina in un appartamento di via Brioschi, a Milano. In manette Alessandro Garlaschi, tranviere di 39 anni che si sarebbe accanito contro la giovane dopo aver tentato un approccio. “Ho fatto un guaio enorme, ho una ragazza morta in casa”, le parole pronunciate dall’uomo, sotto choc, che avrebbe già fatto parziali ammissioni. Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal pm Cristina Roveda, indagano per stabilire con certezza cosa sia accaduto. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione della moglie: al momento del delitto non sarebbe stata in casa, ma nessuna ipotesi investigativa viene trascurata come conferma il lungo interrogatorio in questura della donna. E’ pomeriggio inoltrato quando la rabbia dei vicini si scatena contro il conducente della linea 15. 
“Vergogna”, “spero tu marcisca in galera”, sono alcune delle frasi urlate contro l’uomo mentre la polizia lo sta portando via dall’appartamento alla periferia sud di Milano. La vittima è la figlia di un collega. Cosa ci facesse nell’appartamento al secondo piano è ancora da chiarire.

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Secondo alcuni testimoni, la ragazza, un passato difficile alle spalle, faceva le pulizie nella casa di Garlaschi e della moglie. Una coppia “schiva e scostante”, come la descrivono i vicini di casa. 
I due vivevano da anni nel condominio, proprietà di una cooperativa di tranvieri, ma si erano trasferiti da poco nell’alloggio della tragedia, dopo i problemi sorti con una vicina, una collega che Garlaschi aveva importunato fino a costringerla a denunciarlo per stalking. In passato sarebbe stato allontanato dalla Atm per le intemperanze e poi reintegrato. Con alcuni conoscenti, l’uomo si era vantato di quella giovane dagli occhi blu e dai capelli biondi che faceva le pulizie in casa sua. “Mi aveva fatto vedere le foto di Jessica sul cellulare, diceva che li aiutava a stirare le camicie. In un certo senso se ne vantava – ha raccontato un collega – Le foto erano normali, ma prima di lei c’era un’altra ragazza, molto giovane, che stirava in topless. Non mi sembra una cosa comune…”. Nel grande edificio c’è anche chi sostiene che fosse solo una copertura per nascondere un subaffitto. 
Sembra che Jessica pagasse una piccola cifra per vivere lì. Era arrivata una decina di giorni fa da una comunità per ragazze madri, dopo avere partorito un bimbo che aveva deciso di dare in adozione. Restano dunque numerosi i punti oscuri di questa ennesima tragedia che vede per protagonista una giovane donna. Il riserbo degli inquirenti è massimo anche su un altro particolare, quello secondo cui l’uomo avrebbe tentato di disfarsi del cadavere. Per tutto il giorno la Scientifica ha fatto la spola tra la palazzina e il locale pattumiera, al centro del cortile, dove probabilmente ha provato a nascondere anche l’arma del delitto, un coltello, che non è ancora stato trovato.

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