La madre di uno dei minorenni killer del vigilante: non mi vedrà mai più
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La madre di uno dei minorenni killer del vigilante: non mi vedrà mai più

Le famiglie dei ragazzi che hanno massacrato Francesco Della Corte sono umili ma perbene. Uno degli assassini doveva andare a lavorare in Germania

Manifestazione in solidarietà con Francesco Della Corte
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18 Marzo 2018 - 11.16


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Storia di una violenza che nasce tra le mura di famiglie umani ma non certamente inclini alla violenza o al non rispetto del prossimo. E questo rende la morte del vigilante napoletano ancora più assurda: uno dei tre minorenni di Napoli che hanno ucciso a colpi di bastone l’iuomo aveva già il biglietto aereo per andare in Germania a lavorare, l’altro aveva detto alla zia, con cui viveva, che voleva andare a fare il panettiere e il terzo sognava di giocare a calcio. La mamma di uno di loro dice: “Mio figlio non mi vedrà mai più”, gli altri genitori non riescono a credere che quei ragazzi abbiano potuto arrivare a tanto.

Alla giornalista di “Repubblica”, andata a casa di uno degli adolescenti, la mamma mostra il ticket comprato per volare in Germania: doveva andarsene giovedì. E racconta: “Non ci volevo credere che lui ha fatto una cosa così assurda. Ma adesso deve pagare per il suo reato. Non ha voluto studiare, mandarlo in Germania era l’unico modo per salvarlo”. Il fratello gemello: “Non si confidava. Lui usciva con gli amici, io stavo solo con la mia fidanzata”.
Gli altri due, scrive sempre “Repubblica”, sono figli di genitori separati. Sembra che il più piccolo sia quello che avrebbe ideato il piano. E’ lui che vive con la zia che, racconta, “gli ho comprato almeno un paio di iPhone, tutti distrutti. La mattina dormiva, la sera usciva”. Poi la donna comincia a insistere: “Devi andare a lavorare. E pareva convinto, aveva deciso di fare il panettiere”.
Infine, l’ultimo adolescente del trio che ha massacrato Francesco Della Corte, alla stazione della metro di Piscinola: il padre, che fa l’imbianchino, era arrivato in questura alle 6 del mattino direttamente dal cantiere dove stava lavorando e non voleva crederci che suo figlio fosse arrivato a uccidere un uomo. Un ragazzo che era bravo con il pallone. Giocava nei “Brothers” di Chiaiano, che cresce atleti promettenti. I familiari dicono che stava per avere un contratto con una squadra di serie B. Sul suo profilo Facebook però c’erano post decisamente aggressivi. In uno il giovane esalta Totò Riina: “Certe cose prima si fanno e poi si dicono. R.I.P. Zio Totò”. Poi scrive che “un leone non si preoccupa del parere delle pecore” e ancora “Se non giochi col fuoco morirai di freddo”. Sembra però che proprio lui fosse il meno aggressivo dei tre, a sentire gli inquirenti: quello che guardava, mentre gli altri due uccidevano quell’uomo.

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