Ad Agrigento il più grosso appalto della sua storia senza gara pubblica
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Ad Agrigento il più grosso appalto della sua storia senza gara pubblica

Nuova incursione della magistratura nella discussa Girgenti Acque, società al servizio dei politici locali

Girgenti Acque
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22 Marzo 2018 - 10.37


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Ad Agrigento, “Girgenti Acque”, la società continuamente nell’occhio del ciclone e sotto osservazione della magistratura, è davvero un pozzo senza fondo, continua a riservare sorprese legate ad una gestione a dir poco leggera, spalancata ad ogni richiesta di potenti politici ed imprenditori spregiudicati. Le inchieste sulla società agrigentina sono tante da poter richiedere un pool ad hoc di magistrati. In ultimo,l pool di pm che indaga sulla presunta rete affaristica che sarebbe stata allestita attorno a Girgenti Acque vuole verificare un aspetto: come è stato possibile che, dieci anni fa, i sindaci dell’Ato assegnarono un’opera da 31 milioni e mezzo di euro – la più grossa della storia di Agrigento – direttamente a Girgenti Acque senza neppure una gara di appalto. I pm Salvatore Vella, Paola Vetro e Alessandra Russo, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, stanno esaminando la convenzione, firmata nel 2008 dall’allora presidente della Provincia, Vincenzo Fontana, che è indagato insieme ad altre settantatre persone fra politici a tutti i livelli, vertici di Girgenti Acque (il presidente Marco Campione e altri dirigenti) e professionisti. Tutti avrebbero fatto parte, sostiene l’accusa, della rete di complicità che consentirebbe a Girgenti Acque di gestire il servizio al riparo da penali, contestazioni e problemi di altra natura. L’attenzione della magistratura, a conclusione di un lungo iter, iniziato dieci anni fa con la stipula di una convenzione che, di fatto, ha messo Girgenti Acque nelle condizioni di avere assegnato un lavoro di 31 milioni di euro senza alcuna evidenza pubblica. Girgenti Acque, fortemente contestata da un movimento di sindaci non disposti a subire La “legge” di Girgenti Acque, strada facendo è apparsa una centrale affaristica al servizio di politici locali che la usavano come personale sportello per assunzioni, come stipendificio. Spese enormi che si riversavano su bollette salatissime, a fronte di un servizio discutibile e mai attento alle esigenze dei cittadini.Ora l’ennesima inchiesta sul mega appalto.

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