Tragedia del Rigopiano: l'ex sindaco indagato aggredisce il parente di una vittima
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Tragedia del Rigopiano: l'ex sindaco indagato aggredisce il parente di una vittima

La denuncia è stata fatta da Giampaolo Matrone, pasticciere di Monterotondo (Roma), che in quella tragedia ha riportato pesanti menomazioni ed ha perso la moglie Valentina.

Tragedia Hotel Rigopiano
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18 Maggio 2018 - 15.17


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Una vicenda assurda, soprattutto alla luce della tragedia che c’è dietro: un superstite dell’hotel Rigopiano di Farindola ed il fratello di una delle vittime sono stati “offesi, minacciati di morte, aggrediti e malmenati” da uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Pescara sulla tragedia del resort travolto e distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017, provocando la morte di 29 persone.
La denuncia è stata fatta da Giampaolo Matrone, pasticciere di Monterotondo (Roma), che in quella tragedia ha riportato pesanti menomazioni ed ha perso la moglie Valentina.
I fatti sarebbero avvenuti a Farindola il 14 maggio scorso, quando il Giro d’Italia è transitato nei pressi dei resti dell’hotel per rendere omaggio alle vittime.
Gli aggrediti, secondo quanto riferito, sarebbero Matrone e Gianluca Tanda, presidente del comitato ‘Vittime di Rigopiano’.
Accusato dell’episodio “gravissimo e inqualificabile” è Massimiliano Giancaterino, ex sindaco del paese.

La storia è stata resa nota dal quotidiano online il Capoluogo de l’Aquila: “Ora, dice Matrone, “abbia il coraggio di raccontare come sono andati davvero i fatti e si assuma le sue responsabilità”.
Il pasticciere, che si è fatto medicare in pronto soccorso (prognosi di sei giorni) ed ha sporto querela ai Carabinieri, aggiunge: «Abbiamo vissuto momenti di paura. Giancaterino, agente di polizia locale, ha in dotazione l’arma e il gruppetto che era con lui ci minacciava brandendo delle aste. Un’autentica aggressione ‘squadrista’.»
Secondo quanto raccontato da il Capoluogo quel giorno Matrone e Tanda, dopo essere stati a Rigopiano, in serata, si sono fermati a Farindola per incontrare, nella piazza del paese, la moglie di una delle vittime, Alessandro Giancaterino, e per conoscere suo figlio.
Andati in un bar, racconta sempre Matrone hanno incontrato l’attuale sindaco, Ilario Lacchetta, e Massimiliano Giancaterino, fratello di Alessandro ed ex sindaco, entrambi tra i tanti indagati nell’inchiesta.
«Era visibilmente alterato – racconta Matrone -. Mentre ero al bancone mi ha colpito da dietro sul gomito del braccio destro con il chiaro intento di provocare. Mi ha intimato di uscire dal bar e mi ha pure spinto via con la forza, sia me che Gianluca Tanda, apostrofandomi con parole scurrili. Altri avventori inveivano contro di noi e l’attuale sindaco Lacchetta non ha aperto bocca.»
Matrone, Tanda e la donna si sono quindi allontanati, ma Giancaterino ha scritto al presidente del comitato dicendo che “non erano a casa loro e che non dovevano più comportarsi in quel modo”.
A quel punto i due sono tornati indietro per chiedere spiegazioni, ma l’ex sindaco “per tutta risposta reagisce mettendo le mani in faccia al pasticciere e allontanandolo bruscamente. E altre persone del posto gridano ai due di andare via”.
Quando Tanda è intervenuto in aiuto di Matrone, che è invalido per le lesioni riportate nel crollo dell’hotel, “Giancaterino – prosegue il pasticciere – mi ha dato una violenta spinta, mi ha messo la mano sul torace e mi ha scaraventato per terra”.
I due si sono quindi allontanati, ma l’ex sindaco li avrebbe nuovamente raggiunti “e ha tentato ancora di colpirci con dei pugni”, schivati, mentre le persone che erano con Giancaterino li avrebbero fatti cadere per le scale.
«Nella caduta ho riportato un brutto colpo al petto e, mentre ero steso a terra, Giancaterino mi ha pure assestato un calcio al volto. Quando Giancaterino viene portato via – prosegue Matrone – io e Tanda siano stati spinti e strattonati da numerose persone e che ci hanno fatto allontanare, lanciandoci dietro anche tre grossi vasi di fiori da un cortile che solo per miracolo siamo riusciti a schivare.»
«Sono rimasto sconvolto da quanto è successo. Volevo tenerlo per me, ma ho deciso di denunciare tutto perché Giancaterino ha raccontato una versione dei fatti totalmente falsa: sappia che abbiamo testimoni. E anche il sindaco Lacchetta deve riferire la verità. Dall’ex sindaco non voglio le scuse, ma che abbia il coraggio di assumersi la responsabilità di quello che fa fatto nei confronti dei familiari delle vittime di Rigopiano e del sottoscritto. Noi non ce l’abbiamo in alcun modo con i cittadini Farindola – conclude Matrone – Ce l’abbiamo solo con gli indagati: sono loro che tengono in ostaggio la comunità.»

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