Eccola qui la politica di Virginia Raggi. Prima le ruspe nell’unico campo nomadi funzionante a Roma, un esempio per l’Europa, ora lo sgombero di uno stabile occupato da una 120 rifugiati, quindi tutti con regolare permesso, in via di Scorticabove, alla periferia est di Roma, quartiere San Basilio. Un immobile dismesso dal 2015 di proprietà di un’azienda e che in passato era stato adibito a centro di accoglienza per migranti e poi occupato da alcune decine di immigrati, prevalentemente sudanesi. Si tratta, secondo le stime fornite da Usb, di un centinaio di rifugiati politici sudanesi, molti dei quali provenienti dal Darfur. A loro è stato riconosciuto lo status di rifugiati e sono quindi regolarmente presenti in Italia.
Per fare le cose in grande, e avere l’avallo della Lega e dei razzisti, Raggi ha inviato polizia, carabinieri e vigili urbani, Le operazioni sono ancora in corso. “Il centro di via Scorticabove nato a seguito dello sgombero del cosiddetto ‘Hotel Africa’ nel 2004 – spiega Federica Nunzi responsabile immigrazione dell’Unione Inquilini -, era divenuto un’autogestione quando nel 2013 il Comune uscì dalla gestione. Una situazione sempre procrastinata e che oggi nonostante gli annunci di rinnovamento da parte del M5S non vediamo nulla di nuovo con uno sgombero inumano, come lo era stato quello di via Curtatone”.
Come denuncia giustamente su Twitter Aboubakar Soumahoro: “Questa mattina a Roma, in via Scorticabove, sono state sgomberate 120 persone. Chi doveva dare delle risposta, il Comune di Roma, latita. Essere umani buttati come rifiuti per strada. #primaglisfruttati #5luglio”
Questa mattina a Roma, in via Scorticabove, sono state sgomberate 120 persone. Chi doveva dare delle risposta, il Comune di Roma, latita. Essere umani buttati come rifiuti per strada. #primaglisfruttati #5luglio pic.twitter.com/g1C6OQXWiE
— Aboubakar Soumahoro (@aboubakar_soum) 5 luglio 2018
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