Una Gioconda con la maglia della nazionale per festeggiare la vittoria francese ai Mondiali, e sul Louvre si abbatte la ‘furia italiana’ fatta di battute, meme e consuete polemiche social. A scatenare una valanga di commenti e sfottò, il tweet del museo parigino al termine della finale contro la Croazia che a molti è sembrata una provocazione, l’ennesima in campo sportivo, difficile da digerire. Imperdonabile, per i commentatori, l’utilizzo di un capolavoro italiano che “di francese non ha nulla”, che “non rappresenta nulla di vostro”, che, addirittura, “ci avete rubato”. “Perché – si chiedono stizziti – non usare Delacroix per celebrare la vittoria?”. La risposta se la danno da soli: “Se il Louvre non avesse capolavori italiani come la Monna Lisa, che è diventata il volto del museo e della Francia suo malgrado, probabilmente perderebbe metà del suo splendore”. D’altra parte, punzecchiano, “quando mancano i talenti in Patria…”.La polemica in salsa tricolore non è passata inosservata dalle parti del museo, che alle numerosissime accuse di “furto” della Gioconda – “ridatecela”, il commento più quotato – ha voluto replicare con un tweet in italiano: “Per informazione, la Gioconda è stata venduta da Leonardo da Vinci al re Francesco I”. Pace fatta? Neanche per sogno: in risposta al nuovo commento, ecco quindi apparire innumerevoli Gioconde in maglia azzurra, quadri di Jacques-Louis David sapientemente ‘photoshoppati’ con il volto di Fabio Grosso al posto di quello di Napoleone, un numero indefinito di post e fotografie sull’uso – e il non uso, soprattutto – del bidet e battutine al vetriolo sulla cronaca recente: “Se volete – sfottono gli italiani – vi vendiamo anche le frecce tricolori con i piloti per i festeggiamenti, visto che anche in quello non andate un granché”. Touché.
Félicitations à l’@equipedefrance pour leur victoire à la #CoupeDuMonde2018 !pic.twitter.com/LVBVK6mJ3g
— Musée du Louvre (@MuseeLouvre) 15 luglio 2018