Qualcuno ricorda il famoso caso delle mutande verdi? Non erano mutande ma pantaloncini e lo scontrino – si era difeso l’ex governatore del Piemonte – era finito per sbaglio tra i rimborsi.
In primo grado Cota era stato assolto. Ma adesso le cose sono cambiate in appello: sono stati tutti condannati i 25 imputati del processo d’appello, a Torino, per la ‘Rimborsopoli’ degli ex consiglieri regionali del Piemonte. All’ex governatore leghista Roberto Cota, che in primo grado nel 2016 era stato assolto, sono stati inflitti un anno e 7 mesi di reclusione.
Undici mesi a Riccardo Molinari, oggi capogruppo alla Camera dei Deputati.
Molinari, che in primo grado era stato assolto, è stato riconosciuto colpevole del peculato di 1.158 euro. Per lui la Corte ha anche disposto l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici sospendendola comunque per 12 mesi.
Tra i condannati figurano altri due parlamentari: il leghista Paolo Tiramani (un anno e cinque mesi) e Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia (un anno e sette mesi
I politici erano finiti sotto inchiesta in seguito a un controllo avviato dalla guardia di Finanza (coordinata dalla procura) nel settembre 2012. I militari avevano raccolto la documentazione messa a disposizione dai consiglieri: scatoloni pieni di scontrini, fatture, ricevute per ottenere i rimborsi previsti dalla legge per il funzionamento dei gruppi consiliari della Regione. Le valutazioni avevano permesso di accertare che i soldi erano stati spesi in ristoranti e bar, ma anche in negozi di abbigliamento e gioiellerie. Tutte spese che ben poco hanno a che fare con l’attività della Regione.