Scoperta la causa dell’epidemia di legionella nella Bass Bresciana. Il batterio non era presente negli acquedotti dei principali comuni colpiti ma nelle torri di raffreddamento delle aziende. Lo ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, sull’emergenza polmonite contratta da oltre 400 residenti della zona e con 42 casi di positività alla legionella.
“I risultati dei campionamenti effettuati da ATS Brescia – ha spiegato Gallera – ci permettono di stabilire definitivamente che la causa non si trova nell’acqua degli acquedotti, bensì nelle torri di raffreddamento delle aziende”.
“Tranquillizzo tutti cittadini – ha aggiunto l’assessore al Welfare della Lombardia – sul fatto che possono continuare a bere e utilizzare in tutta tranquillità l’acqua della rete idrica”.
I numeri dell’emergenza, a distanza di due settimane dai primi casi, sembrano chiari. Su 14 torri di raffreddamento presenti tra Montichiari, Carpenedolo e Calvisano, nove sono risultate positive al batterio della legionella. Mentre i campionamenti effettuati nel fiume Chiese hanno rilevato sei positività su 12 casi analizzati. Da qui l’obbligo, verso i sindaci dei paesi interessati, di emettere ordinanze urgenti per sanificare le torri di raffreddamento risultare positive in fase di campionamento.
“Entro fine anno – ha annunciato Gallera – approveremmo in Giunta regionale un provvedimento per censire tutte le torri di raffreddamento in Lombardia, norme puntuali per la loro periodica sanificazione e controlli e sanzioni da parte di ATS in caso di mancata ottemperanza”.
Nel frattempo la Procura di Brescia, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per epidemia colposa, è in attesa dei risultati dell’autopsia disposta la scorsa settimana su due pazienti per i quali si sospetta la morte per legionella. Un 69enne morto all’ospedale di Gavardo, nel Bresciano, e un anziano deceduto alla clinica Poliambulanza in città a Brescia.