"Eri su un sito porno, ora paga 300euro": fermata una maxi estorsione online
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"Eri su un sito porno, ora paga 300euro": fermata una maxi estorsione online

Inizia così la mail truffa inviata a diversi utenti con la quale si comunica che l'account è stato hackerato attraverso l'inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti.

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20 Settembre 2018 - 08.23


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“Come avrai indovinato, il tuo account è stato hackerato. Su uno dei siti per adulti che hai visitato, hai preso un virus che avevamo creato noi. In questo momento abbiamo accesso a tutta la tua corrispondenza reti sociali, messenger e ti abbiamo registrato con la webcam”. Inizia così la mail truffa inviata a diversi utenti con la quale si comunica che l’account è stato hackerato attraverso l’inoculamento di un virus mentre venivano visitati siti per adulti. La minaccia è quella di divulgare a tutti il tipo di sito visitato e la conseguente richiesta di denaro in cripto-valuta.

A lanciare l’allerta è la polizia postale che fa sapere che è in corso una massiva attività di invio massiccio e indiscriminato di messaggi di posta elettronica (spamming) a scopo estorsivo ad opera di un gruppo internazionale di criminali.

“Attenzione – allerta la Polizia Postale – Nulla di tutto ciò è reale: rappresenta un’invenzione dell’autore del reato, elaborata al solo scopo di gettarci nel panico ed indurci a pagare la somma illecita: è tecnicamente impossibile, infatti, che chiunque, pur se entrato abusivamente nella nostra casella di posta elettronica, abbia potuto, per ciò solo, installare un virus in grado di assumere il controllo del nostro dispositivo, attivando la webcam o rubando i nostri dati”.

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Nella mail, gli hacker avvertono di essere al corrente “di tutti i segreti”. “Sembra che tu abbia tutta una vita segreta – si legge nella mail truffa – abbiamo visto e registrato come ti sei divertito visitando siti per adulti. Ma la cosa più interessante è che ti abbiamo registrato con la webcam del tuo dispositivo, sincronizzando la registrazione con quello che stavi guardando”. “Non credo tu voglia che tutti i tuoi amici, la tua famiglia e la persona a te più vicina vedano i tuoi segreti -avvertono i truffatori -. Trasferisci 300 euro sul nostro portafoglio di criptovaluta bitcoin e garantisco che subito dopo provvederemo a eliminare tutti i tuoi segreti. Dal momento in cui hai letto questo messaggio partirà un timer. Avrai 48 ore per trasferire la somma indicata sopra. Appena l’importo verrà versato sul nostro conto tutti i tuoi dati saranno eliminati. Se invece il pagamento non arriva, tutta la tua corrispondenza e i video che abbiamo registrato automaticamente saranno inviati a tutti i contatti presenti sul tuo dispositivo al momento del contagio”.

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La polizia postale raccomanda di mantenere la calma poiché il criminale non dispone in realtà né di alcun filmato che ci ritrae in atteggiamenti intimi né, con tutta probabilità, delle password dei profili social da cui ricavare la lista di nostri amici o parenti; di non pagare assolutamente alcun riscatto poiché l’esperienza maturata con riguardo a precedenti fattispecie criminose (come #sextortion e #ransomware) dimostra che, anche quando il criminale dispone effettivamente di nostri dati informatici, pagare il riscatto determina quale unico effetto un accanimento nelle richieste estorsive, volte ad ottenere ulteriore denaro.

La polizia consiglia inoltre di proteggere adeguatamente la nostra email (ed in generale i nostri account virtuali): cambiare la password, se non si è già provveduto a farlo, impostando password complesse; non utilizzare mai la stessa password per più profili; abilitare, ove possibile, meccanismi di autenticazione “forte” ai nostri spazi virtuali, che associno all’inserimento della password, l’immissione di un codice di sicurezza ricevuto sul nostro telefono cellulare.

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E, ancora, di tenere presente che l’inoculazione (quella vera) di virus informatici capaci di assumere il controllo dei nostri dispositivi può avvenire soltanto se i criminali informatici hanno avuto disponibilità materiale dei dispositivi stessi, oppure qualora siano riusciti a consumare, ai nostri danni, episodi di phishing informatico. E’ buona norma quindi non lasciare mai i nostri dispositivi incustoditi (e non protetti) e guardarsi dal cliccare su link o allegati di posta elettronica sospetti.

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