Giulia Ligresti, figlia dell’imprenditore Salvatore, è stata arrestata come conseguenza del patteggiamento a 2 anni e 8 mesi di reclusione nell’ambito dell’inchiesta per aggiotaggio e falso in bilancio di Fonsai. Il tribunale di sorveglianza di Torino ha respinto la richiesta di scontare il residuo della pena svolgendo dei lavori socialmente utili. E’ così scattato l’ordine di carcerazione.
La proposta dei difensori era che Giulia Ligresti si dedicasse ad attività come la pierre nell’azienda di borse della sorella, per quattro ore alla settimana, o in sottordine la designer di arredamento. Respinta la richiesta dei legali la figlia minore di Salvatore è stata portata nel carcere di San Vittore a Milano.
L’arresto di Giulia Ligresti nel 2013, e la successiva scarcerazione, erano stati al centro di uno scandalo. Anche l’allora ministra della Giustizia, Annamaria Cancellieri, fu raggiunta da un avviso di garanzia, accusata e poi prosciolta di essersi mobilitata con il Dap per aiutare la figlia di vecchi amici di famiglia a evitare la detenzione.
Dopo l’arresto del 17 luglio 2013, Giulia Ligresti era rimasta detenuta per quaranta giorni: fortemente provata psicologicamente, la figlia di Salvatore si rifiutava di mangiare e per la sua liberazione – si scoprì in seguito – era intervenuta la ministra Cancellieri, con una telefonata per “sensibilizzare” il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Il figlio di Cancellieri, Piergiorgio Peluso, ha lavorato un anno in Fonsai, al termine del quale ha ricevuto una buonuscita da 3,6 milioni di euro.
Fonsai, Giulia Ligresti torna in carcere
Il tribunale di sorveglianza di Torino respinge la richiesta dei legali della donna per farle scontare il residuo della pena, 2 anni e 8 mesi, impegnandosi alcune ore alla settimana come designer di arredamento o pierre
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19 Ottobre 2018 - 10.41
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