Mentre nel Salento la folla inferocita del Movimento No Tap brucia bandiere del Movimento 5 Stelle e dà fuoco persino alle foto dei parlamentari grillini che hanno fatto eleggere dall’oggi al domani con percentuali bulgare, sarà il caso di ricordare cos’è la Tap e la complessa strategia politica che l’ha prodotta.
La Tap (Trans European Pipeline) è un gasdotto auspicato principalmente dagli Stati Uniti e destinato a far concorrenza a Gazprom per rendere l’Europa “non ricattabile” da parte di Putin in materia di energia.
Il problema di inquinamento, a quanto pare, non sussiste.
Il problema è politico ed è un problema enorme, che ha già fatto scorrere sangue a fiumi in tutto il Medio Oriente.
L’idea del gasdotto concorrenziale a Gazprom risale al 2012/2013.
E’ un’idea dell’amministrazione Obama, nata sulla scia della cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini. In quel periodo, la Segretaria di Stato Hillary Clinton chiese al dittatore siriano Assad di consentire il passaggio sul suo territorio di un gasdotto.
Assad cadde dalle nuvole. “Perché volete un gasdotto? Voi siete a 10.000 chilometri da qui”.
“Ne abbiamo bisogno per vendere il gas agli europei e spezzare il monopolio di Putin e di Gazprom”, rispose la Clinton.
“Ma come faccio a consentirvi una cosa del genere?!”, rispose Assad. “Tra l’altro, Putin mi deve attualmente un miliardo e mezzo di dollari. Se faccio una cosa del genere, non me li darà mai…”
Pare che la Clinton disse ad Assad qualcosa come “Ok, you are fired” (“Va bene, se è così sei licenziato”) e gli attaccò il telefono.
Ciò che accadde dopo ha riempito tutti i giorni i quotidiani di questi anni. In Siria è nata una ribellione sempre più armata contro il regime di Assad, poi questa ribellione ha generato lo Stato Islamico, e alla fine a combattere con mezzi pesanti e a sconfiggere i jihadisti guarda caso è stato proprio l’esercito russo di Putin.
Per questo motivo, più che per qualunque altro, Hillary Clinton risultò poi sconfitta da Donald Trump alle elezioni presidenziali americane.
Tutto si svolse in pochi minuti. Durante la campagna elettorale, una brava giornalista americana chiese pubblicamente alla candidata democratica se rispondevano al vero certe voci che sostenevano che i jihadisti erano stati creati in un primo tempo proprio dagli americani nell’intenzione di destituire Assad.
Hillary Clinton rispose con un’ingenuità disarmante: “Sì, è vero, li abbiamo creati addirittura vent’anni fa, per combattere i russi in Afghanistan, ed eravamo d’accordo tutti, repubblicani e democratici. Ma potevamo immaginare che poi sarebbe successo quello che è successo?”
Quel giorno, Donald Trump spiccò il volo verso la Presidenza degli Stati Uniti. E una volta eletto, anziché stendere un velo pietoso sull’iniziativa del gasdotto, decise che l’Italia, e precisamente il Salento, sarebbe stato il luogo ideale per realizzarlo.
Ognuno ha la sua Siria, ognuno è la Siria di qualcuno.
Gli americani non vogliono la guerra. Tantomeno la vogliono i russi. Sono i loro leader che soffiano sul fuoco e vogliono farci vivere in una permanente Guerra Fredda tenuta in vita per simulare in eterno un potere che entrambi non hanno più.
I singoli governi europei non hanno la forza per contrastare questi disegni. E il nostro Governo della Demenza, che si è messo a fare il doppio gioco fra Trump e Putin, è quanto di più demenziale si possa immaginare.
Serve un’Europa forte e compatta, un’Europa collettivamente sovrana di se stessa. Non tanto per proteggere i nostri portafogli, visto che da quando c’è questo governo in carica abbiamo già perso più di 200 miliardi di euro.
Serve un’Europa forte e compatta per proteggere il destino dei nostri figli.
Vi consiglio di guardare il video sottostante e di ascoltare attentamente le parole di Hillary Clinton. Se non capite l’inglese, fatevele tradurre.
La traduzione della frase di Noam Chomsky con cui si apre il video ve la possiamo dare noi:
“Se vogliamo sconfiggere il terrorismo, basta non parteciparvi”.
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