Tante le donne che nel 2017 si sono rivolte per chiedere aiuto ai Centri antiviolenza. Questi i dati inediti diffusi dall’Istat, che ha svolto per la prima volta l’indagine sui servizi offerti dai Centri alle vittime di violenza, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari opportunità (Dpo) presso la Presidenza del Consiglio, le regioni e il Consiglio nazionale della ricerca (Cnr – Irrps). L’indagine è stata effettuata nei mesi di giugno e luglio 2018 e sono stato intervistati 281 centri antiviolenza rispondenti ai requisiti dell’Intesa del 2014. Tra questi 253 hanno completato il questionario, di cui si rilasciano i primi dati.
Le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza sono esattamente 49.152, spiega l’Istat. Di queste, 29.227 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Il numero medio di donne prese in carico dai centri (115,5) è massimo al Nord-est (170,9) e minimo al Sud (47,5). Il 26,9 delle donne è straniera e il 63,7% ha figli, che sono minorenni in più del 70% dei casi. I centri forniscono in prevalenza servizi di ascolto e accoglienza, supporto legale, orientamento e accompagnamento ad altri servizi, supporto psicologico, aiuto nel percorso di allontanamento dal partner violento, orientamento lavorativo, sostegno all’autonomia.
In alcuni casi il servizio è fornito direttamente dal centro, in altri, dal centro in collaborazione con i servizi sul territorio, in altri ancora, il centro assolve la funzione di indirizzamento. La maggior parte dei centri, l’85,8%, lavora in rete con altri enti della rete territoriale e quasi tutti, il 95,3%, aderiscono al numero verde nazionale 1522 contro la violenza e lo stalking.
La possibilità di contattare il centro antiviolenza da parte delle donne, continua l’Istat, è elevata, il 68,8% ha messo a disposizione una reperibilità H24, il 71,1% ha attivato un servizio di segreteria telefonica negli orari di chiusura e il 24,5% possiede un numero verde dedicato. Sono circa 4.400 le operatrici che nel 2017 hanno lavorato presso i centri antiviolenza, di queste il 56,1% è stato impegnato esclusivamente in forma volontaria.
Le figure professionali che sono maggiormente presenti nei centri, coerentemente con i servizi prestati, sono le avvocate, le psicologhe e le operatrici di accoglienza. Il 93% dei Centri antiviolenza, infine, prevede una formazione obbligatoria per le operatrici che sono impegnate presso il centro. Nell’85% dei casi è il centro stesso che ha organizzato corsi di formazione per il personale.