Polemica a Venezia dopo che sul web è diventata virale l’immagine di una gondola addobbata con due cuscini con il profilo di Benito Mussolini e il fascio littorio e il simbolo della X Mas.
Uno sfoggio fascista postato un mese fa in un gruppo chiuso su Facebook dei gondolieri veneziani. La foto era stata anche definita come una “goliardata”, e c’è chi ha detto che non avrebbe portato in giro alcun turista.
Una vicenda che ha fatto scoppiare forti polemiche. Il presidente dei Gondolieri Andrea Balbi ha ordinato di far sparire la gondola parlando di “un fatto gravissimo, perché la gondola nei secoli non ha mai avuto colore politico”. Sui social c’è chi dice ironicamente “È la gondola di Junio Valerio Borghese” e chi invoca un pronto intervento perché un’immagine tanto nota di Venezia quale è la gondola è stata trasformata in simbolo fascista.
Durissima la reazione della sezione di Venezia dell’Anpi ‘Sette Martiri’ che chiede l’intervento della magistratura. “Ancora una volta – ha detto il presidente Gianluigi Placella – non si tratta di “goliardate”, ma di passi meditati per spacciare come cosa ordinaria e lecita la rievocazione di simboli e figure di un regime criminale. Queste esibizioni in Italia sono reato e certamente la magistratura farà la sua parte”.
“Come cittadini e come rappresentanti dell’Anpi – ha sottolineato il presidente della sezione di Venezia – segnaliamo la gravità della vera portata di tali azioni, richiamiamo le istituzioni dello Stato a dire che il fascismo è non solo illegale, ma anche un attentato, una minaccia alla Repubblica italiana basata sulla Costituzione antifascista”.
“Educativo e pieno di significato – ha concluso Placella – sarebbe il ritiro della licenza al gondoliere amante del fascio. Ci aspettiamo che, di fronte a questi episodi, chi ha voce più alta di noi se ne dissoci e li condanni, dichiarando inammissibile, in Italia e a Venezia, la riproposizione di una mentalità intollerante, basata sulla sopraffazione e la violenza, incompatibile con i nostri fondamenti democratici. Non dirlo in queste occasioni è sconfessare la Costituzione Italiana”.