Roma fa schifo. Chi ci abita, per nascita o per studio/lavoro impara questa regola già dai primissimi giorni. Non è un caso che da Roma chi è del Nord se ne tiene ben distante: la maggior parte degli studenti, me compreso, sono venuti nella Capitale dal Sud, e hanno trovato gli stessi problemi del Sud solo più grandi, ingigantiti, fuori controllo.
L’ultima è di stamattina: una scala mobile della metro Policlinico (metro B) si è fermata, ha invertito il senso di marcia e alcune persone sono cadute, rimanendo contuse per fortuna in maniera non grave. Stesse modalità del guasto della Metro Repubblica dello scorso novembre, fermata che, per inciso, è ancora chiusa. E non si hanno notizie di quando riaprirà.
Eppure, quando c’è da conservare il pubblico decoro, Roma si muove alla velocità della luce. Come fu per il murales di Salvini e Di Maio che si baciano, rimosso nel giro di poche ore, oppure per quello di Papa Francesco che lancia un salvagente ai migranti, anche questo scomparso nel giro di un’ora. Incredbile come la street art venga scambiata per vandalismo e invece le voragini e i crateri aperti nel manto stradale della città vengano lasciate lì, come istallazioni fisse. Fosse dipeso dall’amministrazione di Roma, i murales di Banksy sarebbero stati censurati dopo pochi minuti.
Altra questione è poi il rimpallo di responsabilità: non è la Raggi è la questura, non è la questura è la prefettura, non è la prefettura è li mortacci vostra, direbbero qui a Roma dove hanno la pazienza dei santi a sopportare di vivere in una città del genere. Una pazienza che rischia di esaurirsi, perché non si tratta solo di street art cancellata: lo scorso 14 febbraio, percorrendo il tratto di Tangenziale Est da Appio Latino verso Nomentana si potevano incontrare, alle ore 20, circa tre incidenti. Le pagine della cronaca sono piene ogni giorno e i morti e i feriti si accumulano, tanto da farti raccomandare l’anima a Dio ogni volta che ti metti al volante.
Roma fa schifo, e sembra che la situazione non accenni minimanente a migliorare. Si sente solo il farfugliare dei politicanti che amministrano questa disgraziata città.
A Roma non funziona niente, tranne la censura: il murale di Maupal scomparso dopo un'ora
Strade devastate, metropolitane chiuse, scale mobili mortali e incidenti ogni giorno: Roma è una città in ginocchio, ma a censurare sono velocissimi
Giuseppe Cassarà Modifica articolo
22 Febbraio 2019 - 15.38
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