Pensionato ucciso e massacrato a Manduria: così la baby gang cercò di far sparire le prove
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Pensionato ucciso e massacrato a Manduria: così la baby gang cercò di far sparire le prove

La Polizia ieri ha sottoposto a fermo 8 ragazzi (sei dei quali minorenni) per i reati di tortura, con l'aggravante della crudeltà, sequestro di persona, violazione di domicilio e danneggiamento.

L'aggressione di Antonio Stanò
L'aggressione di Antonio Stanò
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1 Maggio 2019 - 10.28


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“Vagnu, i video di lu pacciu no li faciti vede a nisciunu perché sta giranu” (Ragazzi, i video del pazzo non li fate vedere a nessuno perche’ stanno girando): è uno dei messaggi postati nella chat della “comitiva degli orfanelli” scritto da un indagato l’8 aprile scorso, tre giorni dopo il ricovero di Antonio Stano, il 66enne pensionato di Manduria morto il 23 aprile dopo aver subito una serie di aggressioni e violenze da più gruppi di giovani.
La Polizia ieri ha sottoposto a fermo 8 ragazzi (sei dei quali minorenni) per i reati di tortura, con l’aggravante della crudeltà, sequestro di persona, violazione di domicilio e danneggiamento. Gli indagati avevano compreso che la Polizia stava indagando su quelle spedizioni punitive contro il pensionato, che soffriva di disagio psichico ed era incapace di reagire alle vessazioni. Era circolata sulla stampa la notizia di una delle rapine ai danni dell’uomo, che era terrorizzato e non usciva più di casa.
“Sta girunu sti video. Casomai vanno a finire a persone sbagliate” (Stanno girando questi video. Casomai finiscono nelle mani di persone sbagliate) ha avvertito un altro indagato, concordando con un coetaneo di “non recarsi piu’ dalla vittima”. E, auspicando, di non essere coinvolto nell’inchiesta, ha aggiunto: “Speriamo”.
I poliziotti del Commissariato di Manduria erano intervenuti nell’abitazione del pensionato per la prima volta il 14 marzo scorso (la seconda il 5 aprile, giorno del suo ricovero) su segnalazione di alcuni vicini di casa. Ma le aggressioni duravano da anni.
Ecco perché gli inquirenti ieri hanno spiegato che l’indagine va avanti sia per stabilire l’eventuale coinvolgimento di altri giovani che per smascherare silenzi ed omissioni. Gli agenti intervennero alle ore 22.43 del 14 marzo.
Stano riferì di essere già da diversi giorni costantemente oggetto di vessazioni, percosse, angherie ed aggressioni da parte di giovani ignoti che erano soliti prendere a calci la sua porta di ingresso e, dopo averla sfondata, introdursi nella sua abitazione ed aggredirlo. Il pensionato in quella circostanza rifiuto’ il ricovero o altro tipo di soccorso.

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